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LA POLITICA  ELETTORALE  OGGI Ruminazioni semiserie

Dopo l’ondata di letame e la conseguente risacca di discredito, fischi e barzellette di più o meno dubbio gusto, mi ridomando cosa spinga questi rispettabili signori a fare tuttavia della politica, quale forza centripeta li scaraventi a capofitto in una fede che risiede oramai nello stomaco più che nell’organo cardiaco.
Non credo certo di essere il solo a spalancare porte e finestre allorchè si deve trattare quest’assunto: la questione politica è miasmatica e flatulenta, ma qualcuno dovrà pur rimestarla, e quel qualcuno, tra l’eroe e la pantegana, dovrà convincere anzitutto se stesso, operare sulla sua coscienza un efficace training autogeno,  riesumare bussole e cartografie d’antan, regoli e righelli dentellati, regolare la tonalità vocale al livello di bassa retorica sorniona, da vero provinciale cavalocchio, il tutto a beneplacito del popolo che ha pagato il biglietto.
Così ci sta ancora qualcuno capace di dare ad intendere – ed è un pezzo di diavolo dalla blusa ben assortita – che destra o sinistra possa fare ancora la differenza in una frazione suburbana di poche ed elettissime anime, aldilà dei numeri di ordinaria amministrazione, e delle buche stradali rattoppate (bontà loro) ad istanza del nipote del cugino dell’avvocato Nuvoletti, il quale l’istanza conosceva il pertugio in cui imbucarla; o che abbiano veramente un qualche senso al cospetto delle grispellate mercenarie e delle sagre dove il pasticcio di tonno e fagioli si cava direttamente da insalatiere a foggia di water, non sai se per respingere o adescare.
La loro formula è da sempre: “convincersi per convincere”, così che questi dottori risulterebbero addirittura commoventi, se non covassero sotto il pastrano un ipertrofico concetto di se stessi.
Ma si: innalziamo nuovamente i nostri scudi variopinti, le nostre pezze versicolori, così allegre e veline, da sciorinare in caroselli piazzaioli allestiti in quattro e quattro otto. È la stagione intempestiva in cui sportività e panciafichismo vanno in processione con l’Italia e l’Europa a bandoliera!
Lo stemma (o, più elegantemente, la sigla) di ciascun venuto è un condensato apotropaico di lirismo mentitore, eppure un dì (si badi bene) potrebbe divenire il portale interdimensionale che assorbe o proietta il suo fedele a più sublimi sfere, o… in culo alla balena, per dirla aulicamente. Chissà non riesca il colpaccio: e allora ti saluto pie’ di fico!
Io, a dire il vero, mi compiaccio solennemente di questa protesi di manipolazione sportivo-identitaria che è divenuta la politica, e una tantum il calcio, seppure lo odio di cuore, anche di malavoglia mi acconcio a guardarlo.
Poi guarda che stupefacente campionario! Il padre Adamo offrì una sola costola affinchè fruttificasse l’altro genere; sovranismi, populismi e globalismi, in un febbrile accesso di prodigalità, le hanno offerte tutt’e ventiquattro perchè fossimo subissati da una stucchevole quanto inutile varietà partitica. D’altronde il manzo di provenienza era completamente avariato: che cosa potrà darmi di più una sua minuscola porzione infiocchettata e servita in un mastodontico piatto con a fianco la dicitura “gourmet”?