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L’acquazzone Il danno e la beffa: lo Sceriffo di Pochingham e Rubert Hood

ombrellaioNon è solo un fatto logistico e non è nemmeno un caso che Pasqualino Ruberto insista nel portare la sua campagna elettorale nelle periferie della città. Fronti, S. Pietro Lametino, Bella, Razionale, non c’è lembo estremo dove non sia andato o non andrà a comiziare accompagnato dal suo serraglio di candidati e candidate, tutti rigorosamente a contratto.
Doveva essere travolto dallo scandalo “Calabria Etica”, invece sembra rinato a nuova vita. Anzi, la genialata è stata quella di trasformare il danno in un vantaggio.
Dalle vicende della fondazione regionale è emerso che Ruberto ha fatto largo uso clientelare a fini di consenso politico dei contratti di lavoro precario? È stato come una sorta di Cassa del Mezzogiorno che dispiegava interventi “a pioggia” nella speranza che germogliasse spontaneamente lo sviluppo economico. Ruberto ha fatto più o meno lo stesso: ha distribuito su vasta scala la provvidenza di cui disponeva, cioè un poco di lavoro precario, aspettando la fioritura del consenso.
Scoperto e sputtanato, invece che restare travolto dallo scandalo, sembra averne fatto virtù, accreditandosi come il distributore di provvidenze a chi ne aveva bisogno; lo spargitore di lavoro, precario ma pur sempre lavoro, a chi lo cercava; il redistributore del reddito a livello popolare. Rubert Hood!
L’esatto contrario di ciò che ha fatto l’on. Galati con la sua “Calabresi nel mondo”, nella quale la provvidenza è stata distribuita con criteri, diciamo così, più selettivi e al limite esclusivi.
Uomini della casta, quindi, Galati (lo Sceriffo di Pochingham) e il suo candidato Mascaro, uomo del popolo Ruberto.
In fondo la gente ragiona così: il bianco da una parte e il nero dall’altra.