Vai al contenuto

UN GRANDE PAESE
E’ a questo Parlamento e a tutti noi che si è rivolto il Presidente Mattarella, indicando la strada per superare le difficoltà e lavorare tutti insieme per il bene del Paese.

L’Italia è un grande Paese.
Lo spirito di iniziativa degli italiani, la loro creatività e solidarietà, lo straordinario impegno delle nostre imprese, le scelte delle istituzioni ci hanno consentito di ripartire. Hanno permesso all’economia di raggiungere risultati che adesso ci collocano nel gruppo di testa dell’Unione. Ma questa ripresa, per consolidarsi e non risultare effimera, ha bisogno di progettualità, di innovazione, di investimenti nel capitale sociale, di un vero e proprio salto di efficienza del sistema-Paese…
Un Paese che cresca in unità.
In cui le disuguaglianze – territoriali e sociali – che attraversano le nostre comunità vengano meno.
Un’Italia che offra ai suoi giovani percorsi di vita nello studio e nel lavoro per garantire la coesione del nostro popolo.
Un’Italia che sappia superare il declino demografico a cui l’Europa sembra condannata.
Un’Italia che tragga vantaggio dalla valorizzazione delle sue bellezze, offrendo il proprio modello di vita a quanti, nel mondo, guardano ad essa con ammirazione.
Un’Italia impegnata nella tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi, consapevole della responsabilità nei confronti delle future generazioni.
Una Repubblica capace di riannodare il patto costituzionale tra gli italiani e le loro istituzioni libere e democratiche
La Conferenza sul futuro dell’Europa non può risolversi in un grigio passaggio privo di visione storica ma deve essere l’occasione per definire, con coraggio, una Unione protagonista nella comunità internazionale
Nell’inviare un saluto alle nostre Magistrature – elemento fondamentale del sistema costituzionale e della vita della nostra società – mi preme sottolineare che un profondoprocesso riformatore deve interessare anche il versante della giustizia
La cultura non è il superfluo: è un elemento costitutivo dell’identità italiana.”

Il discorso d’insediamento del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella è una riflessione sulla condizione del nostro Paese, e va letto per intero per apprezzarne la profondità.
E’ un discorso che, nella sua apparente semplicità, guarda ai problemi dell’Italia nel quadro di una realtà globale complessa, spaziando oltre i modesti confini delle ambizioni personali dei leader di partito e gli interessi di bottega delle varie lobbies presenti in Parlamento.  I numerosi applausi di tutti i parlamentari durante il discorso esprimono chiaramente il sollievo generalizzato per l’elezione di un uomo onesto, rispettoso della Costituzione e garante dell’equilibrio necessario tra i vari  poteri dello Stato. C’è nel discorso un forte richiamo alla politica intesa come servizio nei confronti del Paese che si governa; c’è il severo monito a chi governa di prendersi cura dei bisogni reali di tutti i cittadini.
Il Presidente si è rivolto a tutti i parlamentari come espressione di tutti gli italiani perché, se si considerano gli avvenimenti senza pregiudizi, l’investitura gli è venuta dai rappresentanti dei gruppi parlamentari e dal governo Draghi, che si sono recati da Mattarella pregandolo di accettare un secondo mandato; gli è venuta dai cittadini che lo hanno a lungo applaudito al Teatro alla Scala.
Da parte degli apparati di partito si è assistito invece al solito teatrino della politica: dalla iniziale proposta di eleggere Berlusconi, poi opportunamente rientrata, alle prove di forza del centro-destra con la candidatura di Elisabetta Casellati finita in un flop, fino alle continue esternazioni di Salvini e di Meloni fondate sul solito principio di spartizione per cui toccava ormai al centro-destra, “maggioranza nel Paese”, esprimere il Presidente della Repubblica. Nella scena finale Salvini e Conte proclamano che c’era l’accordo per eleggere una donna, Elisabetta Belloni, stimata direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ignorando i segnali del Parlamento in cui molti grandi elettori insistevano sempre più sul nome di Mattarella.
Queste elezioni hanno effettivamente segnato la crisi delle leadership autoreferenziali dei partiti, cui interessava solo intestarsi il merito della elezione del Presidente della Repubblica. Il Parlamento invece ha trovato un momento di orgoglio insistendo per assicurare al Paese la guida di Draghi al governo e di Mattarella alla Presidenza della Repubblica.
E’ a questo Parlamento e a tutti noi che si è rivolto il Presidente Mattarella, indicando la strada per superare le difficoltà e lavorare tutti insieme per il bene del Paese.