Vai al contenuto

MA LAMEZIA È DAVVERO UNA CITTÀ BEN AMMINISTRATA? NON SEMBREREBBE!
Al di là dei proclami provenienti da Palazzo Maddamme, infuria in città una polemica sempre più serrata. Questa volta, dopo il M5S, è il segretario cittadino del Pd, avv. Gennarino Masi, tra l’altro presidente della Fondazione Terina, ad intervenire per arginare la sicumera del sindaco Mascaro.

Riceviamo e pubblichiamo:                                            

Il novello Carnelutti “de Noantri”, che risponde al nome di Paolo Mascaro, per nascondere la mancanza di argomenti sulle gravi illegittimità che connotano alcune pratiche della sua amministrazione, ha preso il vezzo di montare in cattedra e coprirci di insulti su Facebook o in Tv circa la nostra onestà ed onorabilità.

Secondo questo pozzo di scienza giuridica (che si accoda alla profondissima scienza giuridica dei suoi suggeritori!) il sottoscritto sarebbe incompatibile con la Presidenza della Fondazione Terina, perché è stato di recente chiamato dalla stragrande maggioranza degli iscritti al PD di Lamezia, a dirigerne la segreteria cittadina.

Né il redivivo Carnelutti, né i suoi suggeritori, interni o esterni, spiegano però quale norma imporrebbe questa presunta incompatibilità che lui divulga in un modo talmente supponente esplicito e dirimente da chiedere al sottoscritto, come lui ha fatto in modo gravemente offensivo in una recente trasmissione televisiva, di vergognarsi e di nascondersi in casa.

E né lui, che come sempre fa propaganda spicciola, e né i suoi suggeritori lo riescono a chiarire perché, nonostante la loro scienza giuridica infusa, una norma del genere non esiste (anche perché, se esistesse, sarebbe in contrasto con quell’art. 49 della Costituzione, sul diritto di ogni cittadino di associarsi liberamente in partiti, che evidentemente non fa parte della loro cultura giuridica).

Di questo sono peraltro ben al corrente alcuni suoi potenti e fedeli consiglieri comunali, che o sono stati Presidenti della Fondazione Terina mentre erano dirigenti di partito di quello che è il suo sostanziale schieramento politico di centrodestra o stanno famelicamente aspettando lo stesso ossicino.

Forse in passato c’è stato qualcun altro che si sarebbe dovuto vergognare di sé stesso, ad esempio chi, dopo aver affossato la Vigor Lamezia, è andato nottetempo a disfarsi delle quote sociali immediatamente prima che scoppiasse l’indagine penale “Dirty Soccer” sulle scommesse.

Il Sindaco, di sicuro, farebbe bene ad essere meno irascibile, ed evitare arroganza e disprezzo nei confronti dei suoi oppositori politici ed a rispondere compiutamente sullo stato di abbandono in cui ha fatto precipitare la città, evitando magari le solite note della lavandaia, o i suoi ripetitivi sermoni sui conti pubblici risanati, in quanto, quando si è candidato era ben consapevole della situazione di crisi in cui versavano gli enti locali, compreso il Comune di Lamezia Terme, e su cui aveva fondato la sua aggressiva ed urlata campagna elettorale.

Senza voler affrontare la lunga lista delle sue inadempienze, gli consigliamo, tuttavia, di andare a riguardarsi con attenzione la pratica dell’appalto sull’illuminazione pubblica, dove le illegittimità e le errate valutazioni contabili sono talmente gravi ed evidenti da costringerci ad informarne direttamente, se già non ne siano al corrente, la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti.