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IL NUOVO PERCORSO DEL PD LAMETINO
Mentre la nuova classe dirigente è impegnata ad unire e ad ampliare il fronte democratico e progressista, da alcuni iscritti viene contestata la “vaghezza” della attuale classe dirigente.

Pochi giorni fa, in bella evidenza un giornale del luogo ha riportato una nota di due iscritti del Partito Democratico, con titoli subliminali: “La classe dirigente è ormai alla frutta” sintetizza l’articolo, per voler significare esattamente il contrario del significativo attivismo dell’attuale segreteria cittadina del PD.
L’attività politica che stiamo sviluppando in questo momento nel Partito Democratico di Lamezia Terme con la segreteria di Gennarino Masi è continua e coinvolgente, così come nella sezione, nella direzione cittadina, nei gruppi di lavoro, nella segreteria provinciale e regionale.
Stiamo organizzando incontri pubblici su temi che interessano la Città, di indubbio interesse e con una significativa partecipazione aperta al mondo delle associazioni.

Da quando si è insediato il nuovo gruppo dirigente, tutti siamo impegnati a costituire una piattaforma politica tesa ad ampliare il fronte democratico e progressista con tutti coloro che si riconoscono nei principi fondanti il raggruppamento di centrosinistra, animati dalla necessità di rivolgersi alla città con chiarezza di idee e responsabilità. L’intento è quello di sottoscrivere con la città un patto di fiducia, con il consenso più ampio possibile fondato unicamente sulla tutela e valorizzazione dei beni comuni.
Di fatto, ci consideriamo già in campagna elettorale, aperta ad una nuova stagione fondata sulla costruzione di un laboratorio cittadino, in cui trovino reale coinvolgimento tutte le forze sane di questa città, contro l’idea di un uomo solo al comando, ottuso e miope rispetto alle reali esigenze dei cittadini, che in questo momento di difficoltà economiche e psicologiche chiedono alle istituzioni locali azioni di accompagnamento e non atteggiamenti supponenti e sanzionatori.

Questo nuovo percorso del PD lametino è finalizzato alla ricerca del necessario consenso, ma soprattutto all’ampliamento della platea degli elettori che da tempo rinunciano all’esercizio del diritto di voto. La capacità inclusiva ha questo grande messaggio di civiltà.
L’obiettivo non può essere un alto numero di liste per rastrellare voti, ma di lavorare per essere presenti con principi solidi e grande senso di responsabilità civica. In questa direzione sarebbe auspicabile che la Gazzetta del Sud seguisse il nostro percorso con più attenzione e maggiore spirito costruttivo.
Dai nostri iscritti che ritengono di aprire autonomamente dibattiti in pubblico, omettendo di evidenziare le decisioni assunte dal Partito, pretendiamo correttezza e spirito costruttivo nella definizione comune delle linee politiche.

In particolare, per quanto riguarda il PSC, il Partito ha assunto una posizione chiara: è contro l’approvazione in Consiglio comunale, perché è uno strumento urbanistico che guarda indietro, consuma suolo con un incrementa notevole di nuove potenziali edificazioni in aperta contraddizione con le condizioni di mercato e con la significativa contrazione del numero degli abitanti residenti oltre che senza una visione col comprensorio. Una politica, quella scelta dall’amministrazione Mascaro, che si traduce concretamente nella definitiva rinuncia alla creazione della invece necessaria sinergia con il comprensorio.
Chi si vuole dissociare da questa linea, da iscritto al partito democratico, avrebbe il diritto-dovere di partecipare agli incontri di sezione e a quelli pubblici e, da minoranza, accettare la decisione della maggioranza.
Se, invece, alcuni iscritti vogliono seguire linee politiche alternative, possono coerentemente rivolgersi alla città e dichiarare la fidelizzazione all’attuale amministrazione comunale in carica. Una chiarezza necessaria in questa fase delicatissima per la maggior parte dei cittadini, che dal Psc approvando si troveranno a dovere subire un danno economico per il decremento del valore dell’edificato, un’esplosione del carico tributario e un danno rilevante per il territorio nel suo complesso.
Pertanto l’appello e l’invito alle poche voci dissidenti è quello di dire con chiarezza da che parte intendono stare.