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GIÙ LE MANI DA DANTE ALIGHIERI
“Fatti non foste a viver come bruti...”

«Il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri. La destra ha cultura, deve solo affermarla».
Lo ha affermato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano intervenendo all’evento “Pronti, candidati al via” organizzato a Milano da Fratelli d’Italia in vista delle elezioni regionali in Lombardia.

«Ritengo che non dobbiamo sostituire l’egemonia culturale della sinistra, quella gramsciana, con un’altra egemonia, quella della destra. Dobbiamo liberare la cultura che è tale solo se è libera, se è dialettica», ha aggiunto. (da Quotidiano del Sud 14 GENNAIO 2023)

A me sembra che ci siano due considerazioni da fare sull’affermazione dell’attuale Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: se si dice che non dobbiamo sostituire l’egemonia culturale della sinistra con l’egemonia di destra, un liberale come me non può che essere d’accordo.
Ma come si fa a conciliare questo concetto con quello precedente in cui si afferma che “il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri”?

Ho studiato Dante dagli anni del Liceo e dell’Università, ho insegnato a leggere la Divina Commedia per quasi quaranta anni agli studenti del Liceo, ho contribuito a ricordare la figura umana e poetica di Dante in un libro edito recentemente dall’Università della Terza Età di Lamezia Terme, e confesso di aver bisogno ancora di riprendere in mano i testi in volgare e in latino di Dante per coglierne la complessità.
Dante è il creatore di una lingua letteraria che, dopo di lui, con le modifiche intervenute nel tempo, è stata la lingua letteraria di tutti i grandi scrittori italiani, secoli prima che l’Italia diventasse una nazione politicamente unita.
Dante ha unito l’Italia culturalmente, ha avuto e ha dato la percezione di una nazione con una sua identità, diversa nei confronti degli altri popoli europei eredi dell’Impero Romano.

Dante è stato ed è ancora un riferimento culturale non solo per la letteratura italiana e mondiale ma anche per la complessità della concezione politica, per le teorie sulla lingua, per l’interpretazione dei testi, anticipando con le sue intuizioni studi e teorie del  ‘900.
Affermare che è il fondatore del pensiero di destra in Italia è l’esatto contrario di ciò che Dante fa capire più volte nella Commedia: la necessità di superare la visione di parte di guelfi e ghibellini, per ritrovare nel senso dell’unitarietà dello Stato, il Sacro Romano Impero dei suoi tempi, quella condizione di pace e di giustizia sociale nella quale soltanto si può conseguire quel benessere terreno che prelude alla felicità spirituale del Paradiso.

Dire che Dante è il fondatore del pensiero di destra in Italia è palesemente una forzatura: l’ermeneutica, come filosofia e come tecnica dell’interpretazione dei testi, ci ha insegnato che per comprendere un testo bisogna calarlo nella realtà storica e culturale in cui quel testo è nato. Destra e sinistra sono concetti politici relativamente recenti che non appartengono a Dante, e non si fa un buon servizio alla scuola, suggerendo implicitamente che possiamo servirci della cultura del passato per sostenere la nostra ideologia politica.
Soprattutto se si è Ministri della Cultura.