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La Calabria non ha bisogno di piccoli uomini Clientelismo e corruzione i mali della nostra terra

minilogo

La precedente è stata una consiliatura all’insegna della scarsissima considerazione dei problemi della Calabria, senza minimamente considerare il rispetto per l’etica pubblica e la non considerazione per gli elettori. Una consiliatura dove i principi di legalità e trasparenza sono stati offuscati da illegalità e malaffare. Una consiliatura, infine, dove il Governatore e il suo “cerchio dorato”, complice anche il disinteresse di parte della sinistra, hanno palesato inconcludenza, incapacità, clientelismo, corruzione. Condizionamenti, questi, che hanno determinato il fallimento amministrativo della regione Calabria.

Se il bel tempo si vede dal mattino, non aspettiamoci grandi cambiamenti per il futuro della regione. E’ questa, purtroppo, l’impressione che si coglie leggendo  i quotidiani locali o ascoltando qualche intervista rilasciata per l’occasione. L’apparente “incedere” a mo’ di “passo felpato”, sicuramente, col trascorrere dei giorni ed in vista dell’agognato traguardo, si trasformerà in una “corsa sfrenata”, senza esclusione di colpi, per acciuffare “l’ambito trofeo”.

Come se nulla fosse successo, si assiste ancora, per le candidature alle prossime elezioni regionali, a spettacoli indecorosi, offerti dai vari aspiranti, nell’intento di conquistare uno scranno a palazzo Campanella. Quel che più indigna, però, è il comportamento dei vari big nazionali. Sintomo questo, che “inciuci” e “favoritismi clientelari” la fanno sempre da padrona. Sarà sempre così: il lupo perde il pelo, non il vizio.

Quando, volutamente, si ignorano “senso etico” e “coerenza umana”, ecco il proliferarsi di “piccoli uomini”, insignificanti ed incapaci, che trovano sempre collocazioni particolari a discapito della tanto vituperata “meritocrazia”.

Quando poi si sente parlare di probabili “inciuci” post-elezioni, si ha la netta percezione che non ci sarà, per la regione Calabria, la dovuta attenzione per tracciare nuovi percorsi per risollevare le sorti dei tanti calabresi che soffrono: dovranno, ahimé!, continuare a patire!

Come può verificarsi il cambiamento di un ente completamente allo sbando, quando non si riesce a percepire i presupposti perché ciò avvenga?

Come si può credere a rinnovati criteri di scelta degli incarichi, quando gli “elenchi” non vengono volutamente aggiornati e si paventano strane alleanze?

Finirà la dissennata gestione della macchina regionale che ha messo in ginocchio l’intera Calabria e i calabresi? Saprà, la “novella” (che poi tanta nuova non è) squadra, riscrivere una pagina diversa da quella di Scopelliti e dei suoi seguaci?

Si avrà, questa volta, il coraggio di allontanare quanti hanno contribuito al “non” governo della regione Calabria?

La IX legislatura è passata e i disastri provocati sono evidenti e sotto gli occhi dei tanti calabresi martoriati. Ai rappresentanti della X legislatura una sola raccomandazione: non permettete più di dar vita a fonti clientelari per gestire posti di comando e combattete fonti speculative e sprechi a danno sempre della povera gente.

Non più slogan, ma fatti concreti: il coma è l’anticamera della morte.