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Calabria Etica Lettera aperta all'ex presidente

Schermata 2015-03-20 alle 16.14.06Egregio ex etico presidente,
qualsiasi aggettivo volessimo anteporre al suo nome non  evocherebbe l’immagine di forza e grandezza che, invece, richiama  “etico” unito a presidente, carica da lei ricoperta fino a qualche settimana fa e che l’ha consacrata nell’immaginario collettivo come l’alfiere dell’etica e della morale. A ben pensarci  Socrate, Aristotele e, più tardi, Kant non hanno avuto la stessa sua fortuna; infatti, nella nostra regione basta che si dica Calabria Etica e qualsiasi interlocutore, magari dopo un attimo di perplessità, risponde immancabilmente: quella di Pasqualino Ruberto? Condividerà che l’identificazione della fondazione in house con la sua persona è  il non plus ultra della notorietà.
A giugno dell’anno appena trascorso, su questo stesso foglio, del quale mi sono “inventato direttore” – parole sue – sollevai dubbi e perplessità sui metodi usati per operare scelte che, invece, avrebbero presupposto ampie condivisioni e rilevanti responsabilità. Si parlava allora di finanziamenti concessi ad associazioni culturali e pseudo tali, di pifferai dell’antimafia di parata, salottiera e pantofolaia, dell’attività della fondazione e della gestione clientelare della politica, auspicando il benevolo interessamento della Guardia di Finanza. Mi sarei aspettato una sua risposta, ma evidentemente, dott. Ruberto, non ritenne di dovermela dare o meglio ritenne di darla non clamantis vocibus  bensì, solo per suo intimo appagamento, nelle pieghe di non so quale sito. Fatto sta che venuto a conoscenza, dopo qualche mese, delle sue telematiche riflessioni sul mio conto, essendo ormai trascorso molto tempo, ritenni che non fosse nemmeno il caso di replicare.
Lo faccio adesso perché la fondatezza dei miei dubbi di ieri trova oggi riscontro nel gran vespaio sollevato sia da parte delle istituzioni, che hanno commissariato l’ente da Lei sapientemente amministrato, sia da parte della magistratura, che sta indagando a tutto campo sulla benevola distribuzione di appannaggi ed, in particolare, sulla validità di circa 700 assunzioni pre-elettorali che, tra gli altri possibili reati, farebbero balenare anche quello del voto di scambio.
L’altra sera, facendo zapping col telecomando, mi sono imbattuto in una trasmissione, Articolo 21,  condotta dal collega Polimeni, che cercava di contattarla per saperne di più circa il modus operandi di Calabria Etica:  il suo telefono squillava inutilmente,  così come quello di Nazareno Salerno, che. se mal non ho capito, alle scorse elezioni regionali dovrebbe essere  stato il beneficiario della  campagna elettorale da lei organizzata anche attraverso il recruitment di candidati da assumere. Sono, invece, puntualmente giunte telefonate di giovani, delusi, che pur avendo portato acqua al mulino di Nazareno Salerno, disoccupati erano ieri e disoccupati sono oggi. Non vorrei credere a queste cose, ma qualche dubbio mi sovviene, perché Nazareno Salerno, a Lamezia splendido sconosciuto, con la potenza della sua sola effigie sul manifesto elettorale, ha raccolto nella nostra città  più di duemila consensi. Potrebbe questo miracolo elettorale essersi verificato perché, nell’organigramma della Regione, Calabria Etica era creatura appartenente al dipartimento del Salerno?
Certamente la magistratura avrà il suo da fare, ma dott. Ruberto, in tutta sincerità, questi sono limoni neri  che non giovano alla sua candidatura a sindaco di Lamezia Terme.
Concludo sorvolando sull’asserito cambio di casacca da parte mia, che pur sempre mi identificherebbe come uomo di sinistra, e metto piuttosto in evidenza che lei è stato un opportunista a geometria variabile, sempre lesto a salire sul carro del vincitore. Questo è storia, mentre le altre sono soltanto chiacchere: le sue e non le mie!
Per fortuna dei lametini e dei calabresi è, comunque, passato il pericolo di Pasqualino Ruberto personaggio politico che conta. Se una volta bastava dire “Pasqualino, e l’anima tua sarà salva”, ora, senza Calabria Etica e sotto inchiesta, lei politicamente non conta più niente. Ne prenda atto.

Renato Borelli
“Inventato direttore”