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Centrosinistra tra populismi e baruffe A maggio le elezioni per il nuovo consiglio comunale lametino

minilogoNella prima decade di febbraio, per la successione di Gianni Speranza, sono ai nastri di partenza almeno cinque candidati, magari altri si aggiungeranno. Per una volta tanto non è in discussione la qualità delle persone ma soltanto la loro politica. Non ci sono più i partiti della prima repubblica, d’accordo, ma cosa propongono questi candidati, quali visioni politiche essi hanno, dove ci vogliono con-durre? Le primarie sono ormai uno strumento vacuo e scadente se la politique politicienne di Oliverio le ha vinte facilmente alleandosi con Adamo & consorte. Se tanto mi dà tanto qualsiasi risultato delle primarie, ove si facessero a Lamezia, non ci agevolerebbe nel capire. Il pd calabrese se ancora esprime un uomo per tutte le stagioni come Oliverio e, a Lamezia, una serie di colonnelli autosufficienti, dimostra che è avulso dal disegno di Renzi.
Poi c’è il Vendolismo, altro incredibile equivoco della maionese impazzita che è la politica italiana. Nei comuni amministra con il pragmatismo di un Pisapia o di uno Speranza, ma in parlamento (dove la Boldrini media) si oppone a Renzi come se fosse il male assoluto, l’ennesimo traditore di una purezza rivoluzionaria che ogni mediazione inquina. Voglio dire che l’estremizzazione della politica italiana è destinata a riverberarsi sulle prossime elezioni regionali e nelle comunali di Lamezia. Chi intende parteciparvi sarà costretto ad adeguarsi allo schema.
Nel centrodestra senza più il Capo, tutti contro tutti, ma tutti populisti anti-euro; al contrario nel centro-sinistra i vari capitani della via Pal (da Bersani a D’Alema a Fassina) sono stati vanificati da Renzi, ex “ragazzino lasciaci lavorare”. Ma in periferia, a stretto contatto con la disperazione della gente, difendere l’euro e insieme Renzi, quanto sarà agevole per i candidati del centrosinistra? Debiti, spazzatura, messa in sicurezza del territorio, anche Lamezia ha queste priorità che nessun sindaco può affrontare in concreto se per il populismo imperante deve far credere agli elettori che 2020egli possa aumentare l’occupazione, non far pagare le tasse comunali, non aumentare le aliquote, non disturbare la quiete dell’apparato amministrativo comunale.
E’ certo che anche le prossime elezioni comunali, così come quelle regionali, si giocheranno tra un governo collocato credibilmente nel fronte filo-euro e tutti quelli (amici o nemici di Tsipras) che cercheranno di assecondare la convinzione dei cittadini che l’euro ci ha rovinato e che del debito pubblico non ci deve importare nulla.
In questo scenario dove la disperazione ha bisogno di trovare nell’euro il capro espiatorio, mi auguro che almeno ai cittadini lametini sia risparmiata la demagogia più grande, grandi Progetti per la Città coniugati con un Renzi dipinto come il solito rinnegato pagato dalla massoneria per salvare Berlusconi e consegnare l’Italia a Draghi e alla Merkel.