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4 MARZO 2018: Iniziera’ la primavera del bel paese ? Forse no a giudicare dai contendenti schierati ai nastri di partenza

Promesse, promesse, promesse! Ogni giorno ne inventano una per cercare di procacciare voti. Evitano però, di proposito, di illustrare quanto effettivamente contenuto nella finanziaria 2018 compresi tutti gli accordi dell’ultimo momento. Non se ne può più!
Pierluigi Battista (v. Corriere della Sera del 10.12.2010) nel suo articolo dal titolo “Cambi di casacca e bugie disinvolte” così scriveva: “La politica italiana diventa un mistero indecifrabile, un enigma imperscrutabile che però poggia con teatrale evidenza su due desolanti certezze. La prima è che le istituzioni si sono degradate in poche ore a un indecente mercato di voti. La seconda è che il tatticismo convulso e maniacale sta divorando se stesso, e le manovre di corridoio e di anticamera hanno finito per oscurare ogni barlume di razionalità in un universo politico che sta sprofondando con sempre meno dignità nel crepuscolo di ciò che resta della Seconda Repubblica”.
Di solito sulle esperienze negative del passato si cerca sempre di costruire un futuro migliore che incoraggi i meno abbienti, le famiglie e, soprattutto, i giovani (presto non lo saranno più) continuamente alla ricerca spasmodica di un domani diverso da quello attuale. Si continua, malgrado tutto, a perseverare scientemente negli errori e non ci si sofferma per nulla a meditare e riflettere sulle tante “ingiustizie” sociali che, poco alla volta, isolano e soffocano sempre più quanti, puntualmente e con fermezza, denunciano comportamenti illeciti e per niente rispondenti alla reale situazione del Paese. D’altronde cosa ci si può aspettare da questi tristi e biechi soggetti?
Le cose, ahimè!, non vanno affatto bene. Ovunque ci si gira scorgiamo un  paesaggio desolante e abbandonato. E nessuno, dico nessuno, vuoi per incompetenza, vuoi per interessi personali, vuoi per input di squallidi ma temuti personaggi, non riescono ad individuare alternative migliorative. Ne consegue, di converso, che crisi chiama crisi!
Ormai da parecchio tempo, ahimè!, assistiamo al fatto che la stragrande maggioranza dei nostri “disattenti” rappresentanti politici, sia a livello nazionale che locale, disattendono consapevolmente quanto previsto dall’art. 54 della Carta costituzionale: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina e onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. Hanno sempre operato, e continueranno a farlo, in modo “indisciplinato” e “disonorevole”.
Che ci dobbiamo aspettare da costoro? Si appellano costantemente e affannosamente alla “investitura popolare”. Non  sanno, però, o fanno finta di ignorarlo, che l’investitura popolare non può essere usata senza limiti e a giorni alterni, e non può rappresentare il “lasciapassare” del malaffare. Si è superato il limite della decenza. E come se nulla fosse loro continuano. Imperterriti!
Siamo in una democrazia limitata, non autentica. Si calpestano quotidianamente i reali bisogni dei cittadini. E come “d’habitude” proliferano i casi di malapolitica, di finanziamenti illeciti, d’arricchimenti personali a danno dello Stato, di evasione fiscale impressionante, di comportamenti censurabili da parte di dirigenti, di collusione con ambienti mafiosi da parte di personaggi politici, Dov’è andata a finire la morale? I Partiti, puntualmente, in prossimità di competizioni elettorali fanno finta di rinnovarsi. E’ soltanto un “maquillage” per vecchie signore d’altri tempi, ormai passati.
Possono i giovani avere più fiducia nella politica e nelle istituzioni? E che fanno i Partiti per suscitare interesse e passione per i giovani? Può questa politica riconquistare la fiducia dei giovani?
Si potrebbe vivere una vita più dignitosa, meno amara, a patto che chi ci governa riponesse buon senso e amore nel gestire il bene pubblico. E’ difficile? Non penso. E’ solo questione di uomini dotati di professionalità, senso civico ed onestà intellettuale. Uomini veri, insomma. E non quaquaraquà!
Il 4 marzo è alle porte. Riflettere è d’obbligo.