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In scena la farsa delle primarie democrat Soriero e mandanti primattore e comparse

La farsa continua, indegnamente.FOTO NICOLINO PANEDIGRANOLa farsa continua, indegnamente. Ormai è smarrito il comune senso del pudore. Che dico? Non c’è traccia nemmeno del benchè minimo rossore sulle gote del commissario Soriero, vetero comunista avvezzo alla disinvoltura ed al gioco delle tre carte in puro stile “frattocchiano”. Domani dovrebbe aver luogo la recita a soggetto. Non credo avverrà alcunchè o meglio sarà dato uno schiaffo alla democrazia ed al desiderio di cambiamento di una città che vorrebbe scegliere il suo sindaco fuori da imposizioni e condizionamenti. Continua il nostro viaggio tra coloro i quali, fuori dai ranghi, affamati di democrazia partecipativa, avrebbero voluto una contesa leale, aperta, e che, almeno per una volta, non si tenesse conto delle tessere,  intestate ad amici, parenti e conoscenti, bensì del desiderio di una città di scegliere il suo sindaco. Per salvare capra e cavoli in queste ore si sta spasmodicamente cercando un candidato: il divino mago Otelma, interpellato, avrebbe indicato l’avv. Enzo Richichi.
E’ con noi, oggi, l’avv. Nicolino Panedigrano, rappresentante di Rete Civica, che esordisce:
Il commissariamento del PD è riuscito a trasformare le Primarie in farsa. Una Primaria dentro l’altra, come le scatole cinesi delle società fantasma costruite dagli evasori per non pagare le tasse. Qui invece qualcuno vuole evadere il confronto tra le diverse anime del centrosinistra, mortificando un processo democratico che aveva visto più di 3.000 cittadini sottoscrivere le candidature alle Primarie. Forse 5 candidati del PD e 9 candidati in tutto potevano sembrare troppi, ma alla fine ne sarebbe rimasto solo uno a rappresentare tutta la coalizione. Ora al contrario, da quel che esce fuori dall’intervista di Sonni al vostro giornale, i candidati della coalizione di centrosinistra finiranno con essere 3 o 4 o 5. Proprio un bel risultato per il Commissario Soriero e per i suoi mandanti!
Quale la ragione, a tuo parere, dell’invio di Soriero a Lamezia come commissario del Pd?
 A Lamezia c’è stato chi, da novello apprendista stregone, lo ha voluto e chi, anche tra i candidati civici, lo ha accettato senza insorgere assieme a me, magari sperando di cavarne migliori chance. Ma, al di là di questo, sono due i dati che emergono da questo commissariamento e che io ho visto e denunciato sin da subito. Primo, non è stato commissariato solo il PD, ma tutta la coalizione, con inevitabili riflessi sulla stessa città. Secondo si è indebolito il centrosinistra, si è fatto un favore alle varie destre agguerrite, corrotte, clientelari e populiste che si agitano in città e, quel che più conta, si è favorita una loro possibile vittoria che metterebbe Lamezia alla pari con Catanzaro: entrambe con giunte di segno opposto a quella regionale. Un esito oggettivamente gradito a quei poteri forti catanzaresi, che temevano che per una volta la nostra città riuscisse ad avere più voce del capoluogo nella distribuzione delle risorse regionali.
 Stai descrivendo un quadro in cui emergono gravi responsabilità anche locali…
 Come in tutte le farse, alla fine la beffa conquista la scena. Sono circa tre settimane che Soriero cerca la sintesi tra i 5 candidati con tessera del PD. Ma ogni giorno di queste tre settimane, compreso quello odierno, vigilia della conta interna al PD, è stato anche segnato da sussurri su un candidato di superamento. Si è anche giunti all’indicazione subito abortita del nome di un “Papa nero”. È facile quindi capire che si vuole solo perdere tempo per non farle le vere Primarie o, e qui sta la beffa, farle per finta. Tant’è che Soriero ha proposto di tenerle Sabato Santo, tra messe, “cuzzupelle” e uova di Pasqua … con sorprese! E intanto la coalizione perde dei pezzi. Oltre a Grandinetti ora, da quel che ha detto  nell’intervista, anche Sonni.
Si può ancora fare qualcosa?
Lasciata cadere dai più la mia proposta di primarie “fai da te” tra tutti i candidati civici e di partito disponibili a starci, allargate anche a Piccioni, SEL, Città e Rifondazione, a questo punto non resta che pretendere che le Primarie si facciano davvero per cercare di rimettere in sella quel che resta del centrosinistra. Spero che almeno in questo la coalizione abbia uno scatto di orgoglio che ci consenta di concentrarci tutti sui programmi, sulla campagna elettorale vera e propria e sull’obiettivo di battere le destre.
Quali  i  temi i della campagna elettorale?
 La nostra Città ha bisogno di una amministrazione libera da predatori e senza condizionamenti. Soprattutto senza condizionamenti di elementi e gruppi di centrodestra che hanno responsabilità gravissime rimaste finora nell’ombra. Non dobbiamo consentire agli eredi locali di Scopelliti, Talarico, Magno, Tallini di non rispondere alla città delle rovine e delle macerie lasciate nella sanità lametina dai quattro anni del loro Governo Regionale. Dobbiamo inchiodare alle proprie responsabilità chi con i nostri soldi ha gestito Fondazioni, pensando ad arraffare lauti stipendi o per i propri stravizi o per la propria amica o per i propri tirapiedi e trasformando il sacrosanto diritto al lavoro in sussidi precari ed in merce di scambio.
 E i tuoi programmi?
In questi anni non sono rimasto chiuso nel mio studio aspettando … Godot. Per dirne alcune, sono stato presente od ho promosso insieme alla rete di associazioni che mi sostengono una serie di battaglie civiche e sociali a difesa della città (dal Tribunale, alla sanità, all’Aeroporto, al Carcere), passando per la difesa dell’ambiente (terza discarica), del paesaggio (inquinamento del mare e pale eoliche), del patrimonio storico-artistico (Zuccherificio, piazza Mazzini) e per le battaglie morali contro insane commistioni con ambienti corrotti (Why Not e Fondazioni di Galati e Ruberto). Battaglie alcune vinte, altre da consolidare, altre da rilanciare e portare a compimento. È quel che porto in dote alla città, pur sapendo che il lavoro da fare è tanto e molto duro. Per questo rifuggo dal rappresentarmi come un Ayatollah unto da Dio, che si propone con arroganza come la soluzione a tutti i mali della sinistra, della città e della regione.
Buona base di partenza. Ma basta?
No, certo! Innanzitutto io credo nel rilancio dei nostri beni comuni. A partire da quello più ignorato o che, peggio ancora, si vorrebbe utilizzare contro il paesaggio. Il nostro vento è una risorsa che assieme al mare (da rendere di nuovo cristallino), ad uno splendido paesaggio rurale ed agricolo, alle terme e ad un programma di rilancio culturale, all’aeroporto e alle altre infrastrutture può diventare un potente volano di sviluppo turistico. Con gente che non solo passa da Lamezia, ma vi si ferma durante tutto l’anno. Abbiamo poi l’acqua, le tante e tante sorgenti, quale altro bene comune da valorizzare. E l’agricoltura biologica che in tutta Italia e in Europa, anche in questi anni di crisi, sta avendo un boom di sviluppo del 20% in media all’anno. C’è da costruire, assieme ai comuni contermini del nostro comprensorio, quella che chiamo la “Città Allargata”, che programmando e consolidando i propri servizi e il proprio sviluppo possa confrontarsi da pari a pari con il capoluogo e il resto della Provincia (ora Area Vasta). C’è da potenziare i servizi sociali per fare di Lamezia una città di accoglienza e inclusione. C’è da rianimare e rilanciare la burocrazia e la macchina comunale, finora svilite e rese inefficienti. C’è da rilanciare il recupero e il riuso edilizio dei centri storici e delle periferie, coinvolgendo e facendo sviluppare una imprenditoria sana, altamente specializzata e non predatoria. In sintesi un modo altro di amministrare, che in netta discontinuità ponga le basi di rilancio della nostra città. E qui mi fermerei per non annoiare i lettori. Tutto questo però ora passa per la battaglia contro i “Papi Neri” imposti dall’alto da un Commissario del PD (a sua volta commissariato), che straccia le regole che ci siamo dati con l’obiettivo non dichiarato, ma sin dall’inizio praticato, di portare la coalizione di centrosinistra allo sfarinamento e alla sconfitta. In poche parole passa dall’obiettivo di mandare a casa Soriero e i suoi mandanti.