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L’Italia alla deriva Democrazia o democratura ?

Tormentato dalle Erinni –  personificazione della vendetta punitiva – mi giro e mi rigiro, madido di sudori in queste notti afose, pensando al crollo del ponte Morandi di Genova, una tragedia annunciata.
Non ho voglia né titoli per indossare i panni di Catone il Censore, ma da italiano –  almeno fino a quando eventi geologici non mi trasferiscano sulla sponda opposta – mi girano gli zebedei  perché pur difronte ad un accadimento sconvolgente, che imporrebbe  riflessione e silenzio, la nostra rappresentanza politica, quella di ieri l’altro, di ieri e di oggi fa melina, giocandosi la palla da una metà campo all’altra; nel momento in cui, invece, ci sarebbe bisogno di compostezza ed umiltà nel riconoscere gli errori commessi, quegli errori che stanno assumendo sempre più connotazione di reati.
Premetto che parte del testo che segue è un condensato del libro-inchiesta dal titolo La Matrix Europea di Francesco Amodeo e la ricostruzione, invero non molto di fantasia, di un giornalista d’inchiestaa proposito di Autostrade per l’Italia: un business che valeva nel 1992 oltre sei miliardi di euro, introiti certi, suscettibili di vertiginosi aumenti, ceduto ad imprenditori privati, per una manciata di lupini.
“E’ in questo anno che  il Cartello finanziario internazionale mette gli occhi e le mani sul nostro paese con la complicità e la sudditanza di una nuova classe politica imposta dal Cartello stesso. Il loro compito è quello di cedere le banche ed i gioielli di Stato italiani ai potentati finanziari internazionali anche attraverso il filtro di imprenditori nostrani”.
La riunione, finalizzata a ridisegnare il capitalismo in Italia sarebbe avvenuta a bordo dello yacht della Corona inglese, attraccato a Civitavecchia. In agenda l’incetta delle migliori aziende italiane e l’arruolamento di fedeli servitori, già al governo del Paese, a cui saranno garantiti incarichi di prestigio.
In auge, all’epoca, Draghi, Prodi, Andreatta, Ciampi, Amato, D’Alema. I primi 3 erano già entrati a pieno titolo nel Club Bilderberg, nella Commissione Trilaterale ed in altre organizzazioni del capitalismo speculativo anglo/americano che aveva deciso di attaccare e conquistare  il nostro paese con l’appoggio di spietate banche d’affari come la Goldman Sachs che favorirà gli incredibili scatti di carriera dei suoi ex dipendenti:  Prodi e Draghi prima e Mario Monti dopo.

“E’ l’anno in cui in soli 7 giorni cambiano il sistema monetario italiano che viene sottratto dal controllo del Governo e messo nelle mani della finanza speculativa. Vengono privatizzati gli istituti di credito e gli enti pubblici compresi quelli azionisti della Banca D’Italia; è l’anno in cui viene impedito al Ministero del Tesoro di concordare con la Banca d’Italia il tasso ufficiale di sconto (costo del denaro alla sua emissione) che viene quindi ceduto a privati”.

Cos’è il Gruppo Bilderberg?

Fu fondato dal principe Bernardo d’Olanda, ex nazista, e da Joseph Retinger, politico polacco fondatore del Movimento Europeo. Il nome Bilderberg deriva da quello dell’albergo in cui si tenne il primo incontro, avvenuto in Olanda, a Oosterbeek dal 29 al 31 maggio del 1954. Vi parteciparono i ministri degli Esteri europei.
Dalla realtà alle supposizioni – circolano solo ed esclusivamente le informazioni concesse ai media di proprietà degli stessi partecipanti –  il gruppo Bilderberg, composto da circa 40 persone appartenenti alla elite, sembra ricevere ordini direttamente dagli Illuminati di Moriah.

E’ l’anno della firma del Trattato di Maastricht e l’adesione ai vincoli europei. In pratica è l’anno in cui un manipolo di uomini palesemente al servizio del Cartello finanziario internazionale ha ceduto ogninostra sovranità”.
 Il passo successivo, deprezzata la lira di quasi il 30%, fu quello di acquistare, da parte degli avvoltoi, i nostri gioielli di Stato a prezzi di saldo. Buona parte delle nostre aziende statali passò in mano straniera, o comunque privatizzata.
Ma la cosa più eclatante fu che l’IRI (istituto di ricostruzione industriale) che nella pancia alla fine degli anni ’80 aveva circa 1000 società, fiore all’occhiello del nostro paese fu smembrata e svenduta con la complicità del suo Presidente storico Romano Prodi (dal 1982 al 1989 e durante un periodo tra il 1993 ed il 1994) che fu premiato dal Cartello che favorì la sua ascesa alla Presidenza del Consiglio  in Italia epoi alla Commissione Europea.
A sostituirlo come Presidente del Consiglio in Italia e a continuare il suo lavoro di smembramento delle aziende di Stato ci penserà Massimo D’Alema che nel 1999 favorirà la cessione, tra le altre, di Autostrade per l’Italia e Autogrill alla famiglia Benetton.
In quegli  anni il Presidente dell’IRI era tale Gian Maria Gros-Pietro, ben noto al Cartello finanziario speculativo che nel 2001 lo convocò alla riunione del Bilderberg in Svezia, insieme  a Mario Draghi ed a Mario Monti, entrambi ampiamente ripagati dal Cartello stesso che, poi riuscì  piazzare Draghi alla Banca d’Italia e poi alla  BCE e Mario Monti dalla Goldman Sachs alla Commissione Europea e poi a capo del Governo (non eletto) in Italia.
Da qui in avanti la carriera di Gian Maria Gros Pietro “viaggia” ad alta velocità: presidente della commissione per le strategie industriali nelle privatizzazioni del Ministero dell’Industria nel ’92; due anni dopo diviene  membro della Commissione per le privatizzazioni istituita da Mario Draghi, ed è lui che nel 1997, da Presidente dell’Iri, organizza  la cessione a prezzi di saldo di Autostrade per l’italia che avverrà nel 1999 col passaggio al Gruppo Atlantia s.p.a, controllata da Edizione srl, la holding di famiglia dei Benetton.
“Ora immaginate l’inimmaginabile. Cosa accade nel 2002 ? Gian Maria Gros-Pietro, dopo aver gestito la privatizzazione dell’Eni andrà a presiedere per quasi 10 anni indovinate che cosa?… proprio Atlantia S.p.a, la società alla quale solo tre anni prima, come dipendente pubblico, aveva svenduto la gestione dei servizi autostradali italiani.  Le jeux sont fait.”
Vuoi maggiori ragguagli, mio lettore, sulle condizioni di cessione di Autostrade per l’Italia ad Atlantia Spa? Non possono essere rese di pubblico dominio per le norme che regolano l’insider trading  essendo Atlantia quotata in borsa. Nulla lascia al caso il Club Bilderberg!
Sappi, però, che dal 2013 al 2017 Autostrade ha incassato 4,05 miliardi di utili, sostenendo per la manutenzione della rete autostradale solo 2 miliardi circa.
Vuoi maggiori ragguagli, mio lettore, sul tuo ruolo in questa costituzionale democrazia? Pardon, la lingua batte dove il dente duole: volevo dire democratura!