Vai al contenuto

Elezioni regionali in Calabria a maggio 2019? Tra le fantasticherie di Oliverio e la saccenteria della Santelli

Le urne in Calabria, per le elezioni regionali, di regola  dovrebbero aprirsi a novembre 2019, naturale termine della legislatura. Per motivi “sparagnini”, condivisi in verità per gli alti costi delle operazioni elettorali, si sta vagliando, nella stanza dei bottoni che non trovano mai le asole giuste, la possibilità di andare a votare tra il 23 ed il 26  maggio, in occasione delle elezioni europee,  il cui esito sembrerebbe  già scontato data l’aria gelida che tira. Immagino vi stiate chiedendo cosa mi dia la certezza di quanto asserito.
Relativamente alla Europa Unita, ad oggi devo fare una constatazione: non può stare in piedi un apparato in cui non esiste la par condicio,  anzi vede schierati i mittinculi da una parte ed i piglinculi dall’altra. Lascio a voi giudicare da quale parte, noi altri, stiamo. Così come non nutro dubbi e perplessità sugli esiti elettorali che, dalle avvisaglie, potrebbero spazzar via gli ordini precostituiti. E non mi dilungo sull’argomento perché non vuole essere questo il mio dire.
Relativamente alle cose di casa nostra, invece, trovo stucchevole e fastidioso  il tentativo di chi, dopo quasi una legislatura, millanta una “regione in cammino” mentre gli anni del niente, inequivocabilmente, dimostrano che gli indicatori economici – sono quelli che  contano non le fantasticherie –  sono sempre preceduti dallo zero, seguito da insignificanti decimali.
In questo incessante storytelling quel che più colpisce sono le sterili enunciazioni di facciata diventate ormai inutili liturgie e parole d’ordine… sempre quelle, dalla notte dei tempi … intrise di demagogia: competenza, ricerca del bene comune, etica nella politica, chiarezza e trasparenza, lotta alla mafia, spazio ai giovani, rinnovamento della classe dirigente, sono il refrain caro ad ogni politico.
Insomma il trionfo della fiera dell’ipocrisia radicalizzata in una regioneche non sa trovare la via del riscatto socio –  economico.
Comunque, anche se apparentemente gli schieramenti politici– già informati delle intenzioni del Governo di dar corso al rinnovo dei consigli regionali di Abbruzzo, Sardegna e  Calabria insieme alle elezioni europee, a  maggio 2019 – sembrano non “agitarsi” più di tanto, nella realtà, sottobanco,  stanno affilando le armi e valutando la “potenza di fuoco” degli avversari.
Ebbene, colto da turbinio sensoriale e confortato dalla capacità divinatoria di Cassandra, inascoltata profetessa, apparsami in sogno, per quelli che sono i comportamenti dei politici in auge ed i rumors circolanti sul “mercato”,  tento di aggiornare il borsino mediatico del voto ed ipotizzare il day after, tra il 23 ed il 26 maggio 2019, data delle elezioni europee.
La mia ispiratrice chiaroveggente non vede di buon occhio la posizione di Mario Oliverio che, attuale governatore, si sta dando molto da fare chiamando a raccolta tutti i sindaci dei comuni calabresi, così come fece qualche anno fa, nel 2012, in contrapposizione con il rottamatore di Rignano sull’Arno,  quando presentò le falangi dei sindaci bruzi,  solo 132,  a Bersani.
Egli sa bene di camminare sui carboni accesi e di non godere più di quell’ human appeal che, alle scorse regionali – per la sciagurata gestione Scopelliti –  lo portò a sedere sulla poltrona di governatore. Sa bene che il suo Pd è una palude che inghiotte uomini e cose, che l’ex  compagno Minniti,   anche se riuscirà a superare l’esame di segretario – ipotesi di terzo tipo, dell’impossibilità quindi – non andrà lontano perché quella forza d’urto della sinistra storica si è disciolta come neve al sole; che la Sinistra correrà da sola;  che Callipo, presidente dell’Anci, non farà parte della sua coalizione.
Non gli resta, quindi, che prendere a braccetto Falcomatà,  quello che rimarrà della “falange macedone” presentata in tempi recenti al Grande Hotel Lamezia, i suoi “pretoriani”di sicura fede, nominati alla guida degli enti regionali in house, le sue  cartacee promesse milionarie per la realizzazione delle grandi opere di cui avrebbe bisogno la regione, le apparizioni di Spoleto, i meeting spendaccioni con i tour operator e le inutili sponsorizzazioni senza alcun costrutto. Non cito il carrozzone sanitario,  suo punctum dolens, che tanta amarezza gli ha procurato.
Indietro tutta su una Calabria sempre più vecchia, in grave crisi socio economica, con servizi sanitari tanto precari da non garantire nemmeno i livelli essenziali di assistenza.
Ed è tutto ciò che fa diventare ironica e saccente la Iole Santelli, coordinatrice regionale di Forza Italia che,  dimentichina delle comparsate e dei  trascorsi della sua coalizione – ironia della sorte – definisce Oliverio un  “gran teatrante”.
Giorni fa, a Roma, Forza Italia  ha annunciato che il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto sarà il candidato presidente dello “schieramento moderato” cosa che ha “spento”  le bramosie di Abramo, Tallini e dei Gentile. E la circostanza non è stata smentita dall’Occhiuto, che ha, anzi condiviso ed affermato “faremoinsieme (con Forza Italia) la vera rivoluzione della Calabria.
Si ha, pertanto l’impressione che tutti chiaccherino  a briglia sciolta senza tener conto dei risultati delle scorse elezioni politiche del 4 marzo che, si voglia o no, sono state uno tsunami sconvolgente il panorama politico dell’ intera penisola: la Lega al nord ed i Grilli al Sud.
Rispetto al 4 marzo u.s. cosa fa pensare che gli umori dell’elettorato siano cambiati? Le fantasticherie di Oliverio o la saccenteria della Santelli e compagnia cantante?
Calma e gesso, siamo ancora alle prime battute, le strategie possono cambiare in ragione della data dell’ elezioni e … soprattutto della soddisfazione degli appetiti di ciascuno invitato all’ambito desco.