Vai al contenuto

Il trionfo del clientelismo Ovvero: come ti riduco la disoccupazione

minilogoViene legittimo il sospetto che le due fondazioni, Calabria Etica e Calabresi nel mondo,  al di là delle belle parole e degli intenti dichiarati negli atti costitutivi, siano enti in house deputati al mantenimento di un sistema, paternalistico e clientelare, che sicuramente giova alle finanze dei fortunati “mantenuti” dall’apparato a spese dell’ignaro calabrese, al quale del suo ufficio di rappresentanza a New York o in altra parte del mondo, non gliene può fregar di meno.
Calabresi nel mondo, che non ha scopo di lucro, avrebbe dovuto e dovrebbe contribuire alla crescita ed allo sviluppo della regione bruzia, in appoggio agli indirizzi strategici emanati dall’ente regionale. Tuttavia, fino ad ora non ho sentito parlare di proventi derivanti dalle azioni di supporto messe in atto dagli strateghi dell’ente in house. Quest’ultimo sembra piuttosto essersi specializzato come ufficio di collocamento per amici, parenti e conoscenti (assunti come consulenti di non si sa quali business) e come mezzo per l’ottenimento di lauti riconoscimenti per il suo presidente Pino Galati, deputato lametino.
Sono rimasto addirittura trasecolato quando su un quotidiano calabrese ho letto che Cicione, ex vicesindaco, e Giuseppina Crimi, assessore, ambedue facenti parte della giunta Speranza, ricoprono  incarichi di tutto rispetto nella “galatiana” fondazione. No, fugo ogni eventuale dubbio: il sindaco  Speranza non sapeva nulla di tutto ciò. E probabilmente altrettanto ignari erano Gennaro Di Cello e Francesco Falvo D’Urso dell’Arci e l’avvocato lametino Fabio Davoli, tutti a payroll dei calabresi sparsi nel mondo.
Comunque, cari lettori, una constatazione va fatta: in occasione delle elezioni, siano esse regionali o comunali, l’alto tasso di disoccupazione che vantiamo in Calabria subisce una sensibile flessione ad opera di Calabresi nel mondo e Calabria Etica. Avete mai riflettuto su come si sarebbero annoiate un migliaio di persone se Pino Galati e Pasqualino Ruberto non si fossero posti il loro problema?
Certo trova a che dire la Corte dei Conti sulla magnanimità e sulla inutilità delle due fondazioni in house che andrebbero soppresse o quanto meno riviste e corrette.
Dello stesso parere è Mario Oliverio, neo governatore della Calabria, quando dice “la situazione che ho trovato alla Regione è ancor più drammatica di quanto immaginassi. Abbiamo messo mano alla pletora degli enti sub regionali che hanno macinato risorse senza produrre. Mi riferisco alle cosiddette società in house. Una giungla!… Nel governo di queste strutture c’è stata la spregiudicatezza più assoluta. Per troppi anni la parola diritti è stata abolita, dimenticata”.
C’è un gran bisogno di normalità, di cambiare rotta, di invertire le tendenze, di affermare la legalità e la trasparenza, di “rottamare”, infine,  coloro i quali si sono inventati una nuova etica, che non è quella di Socrate, Platone, Aristotele e compagni.