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La diseconomia regionale causata da politici senza scrupoli
Gli interessi personali hanno prevalso su quelli della collettività

minilogoL’indecorosa “chiusura” del Consiglio regionale, ha rappresentato, ancora una volta, una linea di assoluta inefficienza e mediocrità da parte dei nostri rappresentanti. Nessuno escluso.
L’efficienza e la produttività di una macchina regionale si evince dalla valenza e dalla professionalità di chi vi opera. La Calabria, per emergere, dovrebbe essere rappresentata da chi ha competenze. E’ necessario ed urgente rimuovere i “centri” dove confluisce una classe dirigente politica, imprenditoriale ed intellettuale non in linea con le sfide dei tempi. C’è, questa volta, da parte dei partiti, il coraggio e la determinazione di escludere dalla competizione elettorale e dalle liste quanti hanno contribuito ad affossare, ancora una volta, la già martoriata Calabria? Si ha il coraggio di “esiliare” certi politici che, pur di accaparrare consensi e ignorando volutamente e coscientemente i veri problemi della società, hanno sempre gestito per proprio conto e in modo vergognoso i loro interessi? Se è vero che l’area calabrese, da nord a sud, da est ad ovest, rappresenta una miniera di potenzialità che potrebbe garantire un risultato non indifferente in termini economici, sociali, politici, culturali, cosa si è fatto per sfruttare tali potenzialità? La classe politica, cosciente e colpevole e senza distinzione di appartenenza, ha notevolmente  contribuito a determinare solo diseconomia regionale. E per questa ragione, nei “gironi” infernali, andrebbe inserita nella “schiera” dei “condannati alla dannazione eterna”. I nostri rappresentanti hanno un cuore? Sembra proprio di no! Prescindendo dalle dichiarazioni di circostanza, studiate appositamente dagli addetti ai lavori per confondere le idee, non sembra affatto esserci, da parte dei soliti noti, la volontà di fare un passo indietro. Sono bravi a mimetizzarsi: cambiano sì “involucro”, ma il “contenuto” è e sarà sempre lo stesso. Sono quasi vent’anni che i calabresi assistono a queste “sceneggiate” senza mai autodeterminarsi a cambiare registro. “Ubbidienti erano ed “ossequiosi” saranno anche questa volta.
E’ mai possibile che non ci si accorge dei “trasversalismi” e degli “inciuci” che, quotidianamente, vengono perpetrati ai danni degli onesti calabresi? Quando la forza per reagire? Si smetta di “piagnucolare”, è il tempo di cambiare. Se così non è non si vuole bene ai propri figli e non si considera, dovutamente, la frustrazione dei tanti giovani che, con tenacia e affanno, non riescono a varcare le soglie del mondo del lavoro. E i genitori cosa fanno per tentare di cambiare questa società infetta? Non fatevi mai più abbindolare da false promesse: ragionate con le vostre menti. Non è il momento di adagiarsi: non subite e non fatevi più comandare. Pensate, invece, a quelle persone che giorno dopo giorno, mese dopo mese, devono sempre inventarsi qualcosa di nuovo per riuscire a sbarcare il lunario e vivere onestamente senza mai lasciarsi andare.
I “diversi”, invece, quelli che stanno comodamente seduti in poltrona, osano sostenere che, tutto sommato, sebbene in tempi di crisi, in Calabria si sta ancora bene. Forse, questi “diversi” non si rendono conto, o meglio fanno finta, che il fallimento politico e l’indebitamento pubblico lo si sta trasferendo, gradualmente ma in modo costante, sul groppone del ceto medio. Risultato? Ai poveri si aggiungono i “nuovi poveri”. Se si presta attenzione, si noterà che oltre agli indigenti ed agli extracomunitari che, giornalmente, si recano ai centri della Caritas per consumare un pasto caldo, si aggiungono sempre più tante persone distinte che, in modo dignitoso, fanno la fila per ritirare un sacchetto con generi alimentari. E che dire delle migliaia di persone che hanno deciso di non curarsi per l’impossibilità di acquistare i medicinali? Una volta ci si recava nei Paesi africani per aiutare le persone bisognevoli. Oggi l’Africa è da noi. E’ alla porta accanto. E l’emarginazione e la disperazione cresce a dismisura.
E’ il momento che i rappresentanti del popolo cambino registro: non è possibile e non è intellettualmente onesto recitare il “mors tua vita mea”. Si smetta, una volta per tutte, di far finta di non accorgersi di nulla. Come se fossimo tutti sotto ricatto. Si abbia uno scatto d’orgoglio e si consideri che i partiti fanno finta di rinnovarsi. Badate, è soltanto un “maquillage” per vecchie signore d’altri tempi, ormai passati.E i politici, sempre che abbiano una coscienza, prendano atto del proprio fallimento.
Alda Merini, amaramente, sosteneva che “le mosche non si riposano mai perché la merda è veramente tanta”.