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Un onesto rompiscatole
Consigli tecnici per eleggere un buon sindaco

minilogoScrivo dopo l’ennesima alluvione genovese nell’ultimo mezzo secolo, la quale conferma la mia idea che la figura del sindaco di una città sia sopravvalutata. Voglio dire che tutti i sindaci succedutisi a Genova non hanno risolto il problema principale di quella comunità. Ma se è impedito loro di risolvere problemi che almeno siano onesti, e in una società dove l’unico Dio al quale tutti sono devoti è il Danaro, trovarne così non è scontato.
Gli elettori ormai, finita la prima Repubblica ideologica, scomparsi i partiti, ogni volta scelgono a ragion veduta il male minore per cui cambiano schieramento e si affidano. In una città ci sono figure con maggiori poteri del sindaco, direi il vescovo, il procuratore della Repubblica ed il capitano dei carabinieri, ma questi tre non vengono scelti dal popolo. I poteri di gestione e di governo di un governatore regionale e del presidente del Consiglio sono nel nostro sistema ancora incisivi mentre quelli dei sindaci restano minuscoli perché derivano in linea retta dalla qualità degli impiegati comunali che hanno.
La dimostrazione sta in quella che si chiama la delusione del secondo mandato. Da Bassolino, Veltroni e Albertini a Tosi e Chiamparino, da Lo Moro a Speranza, la iniziale popolarità sfuma nella seconda consiliatura. I sindaci insomma non reggono alla prova del tempo, tranne nei piccoli paesi dove uno può diventare piccolo monarca con successione ereditaria. Nel paesello qualche legame reale il sindaco lo crea costruendo a cerchi concentrici un potere duraturo perché è in grado di controllare una per una tutte le pratiche burocratiche. Nelle città invece un semplice impiegato comunale (chiudendo un occhio o nascondendo una pratica) ha un potere reale che sottrae al suo sindaco. Solo nel 2014 l’Italia sta rendendosi conto, per merito della prova di forza di Renzi, dei limiti di un sistema costituzionale basato sul potere di veto.
Assumere una decisione è processo lungo difficile tortuoso, ma la realizzazione è sempre incerta perché l’apparato burocratico ed il potere giudiziario possono impedire l’attuarsi della decisione presa. Inoltre le spese degli enti locali sono certe ma le entrate eventuali  in quanto non si è finora inteso adottare un bilancio di cassa  che renda i cittadini consapevoli che non puoi spendere se le casse sono vuote. I sindaci per acquisire consenso fanno debiti e invocano più spesa pubblica mentre la parte più impopolare e difficile, far pagare le tasse a tutti, la evitano come la peste. Il forte aumento dalla tassazione comunale registrato in questi ultimi anni è da addebitare, in particolar modo, ai pesantissimi tagli ai trasferimenti che lo Stato centrale ha praticato nei confronti degli enti locali. Con questi tagli i Comuni sono stati obbligati a ridurre i servizi e ad aumentare le tasse locali, penalizzando soprattutto le famiglie meno abbienti.
L’annuncite di  Renzi altro non è che la malattia professionale di tutti i sindaci perché le uniche cose che fanno sono le grandi opere pubbliche finanziate dalle Stato, e invece la ordinaria gestione dipende dal capitale umano che essi hanno. Le città meglio amministrate sono quelle dotate di una macchina comunale efficiente. Ogni sindaco alla fine, se ci fate caso, è accusato dai suoi oppositori per una sola omissione: di non aver protestato abbastanza. Segue elenco: per le condizioni della sanità; perché ci hanno sottratto questo e quello; per finanziamenti non ottenuti…Ecco allora l’unico requisito da vagliare per scegliere un buon sindaco. Che sia onesto e un vero grande rompiscatole?