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Quando il passato bussa all’improvviso… Un vicoletto sfuggito alla furia cementista riporta alla mente l’immagine di una città che sta svanendo

Lamezia T - Via E. FermiStamattina ero a casa che mi annoiavo… con il piccolo incidente che ho avuto il riposo è d’obbligo per una guarigione veloce e completa, ma siccome non ne potevo più… munita di stampelle sono uscita e con qualche difficoltà ho camminato.
Ho la fortuna di abitare in una zona piuttosto centrale e, se vogliamo, anche antica: ho imboccato un vicoletto e mi sono trovata proiettata in un tempo fuori dal mio tempo. Avete presente quelle stradine in cui tutto sembra essersi fermato all’epoca del “C’era una volta?”.
E ho iniziato a guardarmi attorno in un misto di incredulità e stupore, lieta di aver scoperto un angolo di questi luoghi che quasi sembra dimenticato, dove le auto passano di rado e i rumori della città arrivano ovattati.
La bottega del ciabattino, esattamente come poteva essere cent’anni fa; quella del fabbro, con quell’odore di ferro e sudore che un po’ fa pensare; l’anziano che intreccia canestri e li vende; alcune porte ancora aperte, come si usava una volta… tanto non si correvano rischi; la vecchina seduta sulle scale intenta a sferruzzare in vista dell’inverno per qualche nipotino da scaldare; i profumi della buona cucina, quella che ti ricorda subito i nonni; le tante case una volta vive e, ora, disabitate.
E inevitabilmente ti soffermi a pensare a “come anche la storia sia  passata tra quei muri”; inevitabilmente guardi le pietre che costituiscono quelle case, quelle strade e te le immagini quando, brulicanti di vita, erano dei luoghi ospitali e vividi… chiudo gli occhi un istante, fra il caldo e la stanchezza di camminare portandomi dietro il peso morto che è la mia gamba, e sento l’eco di quelle voci, immagino le giovani donne intente a governar casa, gli uomini che lavoravano nelle loro botteghe, i bambini che correvano dietro ad un barattolo e alla felicità che squillava nelle loro voci; è stato un salto indietro nel tempo, senza neanche aver bisogno di un mezzo per andarci; è stato un felice ritorno al passato, quando per esser sereni bastava davvero tanto poco.
Mettersi in ascolto con ciò che ci circonda, sentire la vita che è rimasta impigliata in un luogo, respirare profumi e odori che appartengono a tempi ormai lontani… Capita di rado! Ma a volte, quando meno te lo aspetti, se lasci che sia il cuore a sentire senza essere veicolato dalla mente, se permetti che siano gli occhi di dentro a guardare il mondo e non quelli di fuori fuorviati da mille filtri… allora sarà facile che tu ti metta in ascolto con ciò che è stato e che, seppure sia passato, resta nel ricordo delle cose che continuano a pulsare vita, malgrado gli anni e la noncuranza di noi umani.
Perché vi ho voluto regalare questo piccolo frammento di sogno? Perché mi ha reso felice, mi ha fatto stare bene e, dopo tanto grigiore, per un attimo, mi ha fatto sentire serena, parte di un tutto che è anche in quel passato che troppe volte tralasciamo di ricordare.