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NON HA MAI FINE LA GUERRA TRA I POVERI
Il cigno nero della discordia ancora una volta si è materializzato nelle linee programmatiche del neo sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita che profetizza un asse metropolitano Catanzaro – Lamezia che si farà quando il capoluogo regionale si porrà in maniera paritaria con la consorella lametina

Dopo diciotto anni di governo di centrodestra con Sergio Abramo padre padrone, il capoluogo di regione ha cambiato rotta eleggendo Nicola Fiorita a sindaco di Catanzaro. Con la sua elezione i tre maggiori capoluoghi di provincia calabresi appartengono al centrosinistra, cosa che ha fatto esultare di  gioia  non solo Nicola Irto, segretario regionale del Partito Democratico, ma anche la gente calabra ormai stanca, sfiduciata e disaffezionata di certa politica che la tiene lontana dal mondo istituzionale, contingenza ineluttabile delle basse percentuali di votanti in ogni tipo di competizione elettorale nonché  del profluvio di voti di protesta raccolti dai pentastellati alle elezioni politiche del 2018.
“Fatti concreti – sostiene Irto – che dimostrano che siamo sulla giusta rotta se ci apriamo al territorio ed al civismo autentico come quello di ottenere la fiducia dei cittadini. Ma il consenso non va solo guadagnato nelle competizioni elettorali, bensì va meritato giorno per giorno”.

Manco a farlo apposta il cigno nero della discordia – stanziale sotto questi cieli – si è subito materializzato nelle linee programmatiche presentate dal democrat Nicola Fiorita che, nell’enfasi del successo ottenuto tra le mura domestiche, si è spinto nel pronosticare “un asse metropolitano Catanzaro – Lamezia Terme che si farà solo quando Catanzaro avrà rialzato la testa e si porrà in maniera quanto meno paritaria con la consorella”, proponendo addirittura di cambiare la denominazione dello scalo aeroportuale lametino e di riportare fondamentali funzioni (maxi aula processuale, archivi giudiziari distrettuali, studios cinematografici della Film Commission, istituto di ricerca intitolato a Renato Dulbecco) nel loro naturale alveo, Catanzaro, spodestato con la scusante di non avere gli spazi e le infrastrutture idonee ad ospitare queste “funzioni” ritenute fondamentali per la città capoluogo di regione. 

In questa onirica visione fioritana, tanto per cambiare non lasciare spazio all’improvvisazione e per addolcire pillole amare, il nostro professore ha chiarito e ribadito che non viene abbandonata la visione di un asse urbano con Lamezia Terme, processo inarrestabile ma che va ben ponderato e proposto non nell’attuale condizione di subalternità di Catanzaro, favorita dalla inconsistenza politica del passato.   
Concesse al prof. Nicola Fiorita le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti (campagna elettorale) penso che  le condizioni di subalternità da egli descritte siano quelle della città di Lamezia Terme – e non del capoluogo di regione – da sempre  “sacrificata”,  quest’ultima, agli interessi preponderanti catanzaresi che hanno ostacolato da sempre i progetti di sviluppo della città della piana, rimembranze che non intendo rimestare.  

Comunque le dichiarazioni del neo sindaco catanzarese hanno suscitato commenti non apprezzabili da parte di tutta la classe politica lametina a cominciare dal sindaco Paolo Mascaro che così si è espresso:  “Leggo con notevole stupore la notizia dell’intendimento, inserito addirittura nelle Linee Programmatiche del Sindaco Nicola Fiorita, di richiedere la modifica della denominazione ufficiale dell’Aeroporto Internazionale di Lamezia Terme in Aeroporto Internazionale Lamezia Terme – Catanzaro per motivi che sono oggettivamente astrusi ed incomprensibili; parimenti, suscita molta perplessità l’affermazione del medesimo Sindaco secondo la quale l’Aeroporto sarebbe “nei fatti l’Aeroporto del capoluogo”.
Ben altri sono, invece, i problemi che l’area centrale della Calabria deve e dovrà affrontare evitando di ritornare su stucchevoli tematiche frutto del campanilismo più bieco”.  “La detta incomprensibile richiesta – prosegue il sindaco – avrà ovviamente la più ferma opposizione da parte della Città di Lamezia Terme e del suo comprensorio che tenderà al contrario a porre l’attenzione sulle necessità di sviluppo dell’Aeroporto Internazionale di Lamezia Terme ed al riguardo ci si augura che il Sindaco di Catanzaro sappia anche lui impegnarsi affinché si proceda ad esempio al più presto alla realizzazione della nuova Aerostazione che da tempo si attende e sulla quale nelle linee programmatiche non si fa cenno. 

Dispiace oggettivamente per questa caduta di bieco campanile proprio nel momento nel quale si era già programmato di sinergicamente operare per lo sviluppo dell’area centrale della Calabria, sinergia che ovviamente non potrà esservi in presenza di inaccettabile tendenza monopolizzante sul territorio lametino. Invito, pertanto, il Sindaco di Catanzaro a rivedere le proprie posizioni ed a riconoscere che la denominazione di Aeroporto che da decenni costituisce la porta di ingresso della Calabria nel mondo e del mondo in Calabria resti immutata; ciò consentirà – conclude – di poter più serenamente avviare positive occasioni di dialogo e di crescita che abbiano quale presupposto il reciproco rispetto dei territori e delle Comunità“.

Gli ha fatto eco anche l’avv. Gennarino Masi, segretario cittadino del Pd e presidente della Fondazione Terina il quale, pur militando nello stesso partito di Nicola Fiorita, non ha avuto alcuna esitazione nel commentare la sua incresciosa uscita.
Ancora una volta – egli ha detto – da un politico della città di Catanzaro (purtroppo il neo sindaco) spunta la richiesta di apporre come pennacchio il nome della città capoluogo di regione all’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, che come è a tutti noto sorge nel territorio lametino, ma è al servizio dei 408 comuni della Calabria e di tutti i loro abitanti.
Caro sindaco Fiorita, ciò di cui ha bisogno l’aeroporto internazionale della Calabria è che ci fosse una grande sinergia istituzionale – regione, comuni e soci Sacal – affinché si recuperino i finanziamenti necessari per renderlo più moderno e funzionale…di questo c’è bisogno. Lei è disposto a mettere a disposizione la sua influenza e la sua forza contrattuale come sindaco della città capoluogo per rilanciare la prospettiva futura dell’aeroporto? Se è si, si unisca a noi e non faccia una battaglia di retroguardia.
Evitiamo di attardarci su temi così inutili, divisivi e superflui e tentiamo invece di lavorare per la coesione sociale ed il benessere dei cittadini di quest’area e di tutta la regione a partire dalla realizzazione di un sistema intermodale di trasporti con infrastrutture stradali e ferroviarie tali da far raggiungere, in tempi rapidi, i viaggiatori sia all’aeroporto internazionale che alla stazione centrale di Lamezia”.

Taccio sulla controreplica di Fiorita che dopo la levata di scudi lametini ha chiarito che “la sua proposta mirava e mira semplicemente a cementare l’unione tra le due Città e che non intravede nulla di campanilistico né alcun attentato all’identità della città di Lamezia che considero non solo una consorella ma anche interlocutrice privilegiata nei futuri programmi di sviluppo della nostra amministrazione”.
Rispetto alle enfatiche dichiarazioni barricadiere contenute nelle sue dichiarazioni programmatiche, voci dal sen fuggite, ho l’impressione che il neo sindaco Fiorita abbia ripensato a quanto detto: lo arguisco dal fatto che oggi Lamezia è una consorella e ieri, invece, era semplicemente una perfida sorellastra.
Come tutte le “favole” anche questa ha la sua morale: da qualunque parte soffi il vento, da levante o da ponente, nulla cambia se ancora non si mette da parte il becero quanto anacronistico campanilismo che aleggia sotto questo cielo e soprattutto se ci si rifiuta di capire un concetto: lo sviluppo dell’area centrale calabrese può aver luogo solo se si costruisce un rapporto virtuoso tra i diversi poli, nella fattispecie tra il comprensorio catanzarese e quello lametino.
Diversamente le logiche spartitorie, fin qui adottate non portano da nessuna parte, prova ne è che la regione bruzia è l’unica della repubblica italiana ad avere a Catanzaro, capoluogo regionale, la sede della giunta ed a Reggio, città metropolitana, quella del consiglio regionale.
Frutto, questo, di una classe  politica  dirigente la cui expertise è stata sempre quella di dividere ciò che invece andava unito.
E’ quanto accade quando… la guerra tra i poveri non trova mai la fine.