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AL VOTO, AL VOTO! SPERIAMO CHE L’ITALIA SI DESTI
Dietro le quinte, non toccando argomenti sensibili come la modifica della carta costituzionale finalizzata al presidenzialismo ed all’autonomia differenziata delle regioni, c’è il rischio di acuire non solo le disuguaglianze e le già drammatiche disparità territoriali ma anche la tenuta democratica del paese. Guarda caso nella campagna elettorale di tutte le compagini non si fa cenno né al disegno di legge della transfuga Gelmini né alle ambizioni presidenziali di chi ha, nelle storia della repubblica, lasciato tracce indelebili.

Seconda parte

Bisogna non differenziarsi, ma battersi per avere giustizia sociale e rappresentanze politiche e sindacali regolamentate, per rafforzare i livelli di democrazia, infiacchiti dalle pratiche “malaffariste”, dai ripetuti trasformismi e dai disinvolti comportamenti ingannevoli verso gli elettori.
Pensate agli innumerevoli passaggi da una forza politica all’altra e alle innumerevoli fughe avvenute nel M5s che doveva innovare i comportamenti dei vecchi politici. Pensate ai comportamenti del duo Renzi – Calenda.

Il primo volle vigliaccamente liquidare Letta, costringendolo alle dimissioni dalla Presidenza del Consiglio con il meschino “stai sereno”. Lo stesso, dopo essere divenuto segretario del PD e poi Presidente del Consiglio, ha solo lavorato per snaturarne l’identità e il patrimonio storico di lotta e di impegno, con le funzioni sociali, politiche e di sostegno alle scelte di difesa dei lavoratori richieste dal sindacato unitario, Egli, con arrogante avventurismo impose modifiche regressive allo Statuto dei lavoratori, così come nella Scuola, risultate dannose e fallimentari.

Ha imposto una legge elettorale, quella vigente per il 25 Settembre, in compagnia del servente Rosato, con sette voti di sfiducia, organizzata per potersi assicurare una futura collocazione in Senato, che avrebbe voluto abolire, pronunciando la stupida minaccia referendaria… che altrimenti avrebbe smesso di far politica! Magari l’avesse rispettata.

Non avrebbe continuato a far danni. Come ha fatto anche nella recente legislatura. Aiutato dalla quinta colonna di parlamentari da Lui scelti e rimasti nel PD, spinse il Segretario Zingaretti a fare il Governo con il M5s di Conte Presidente. Salvo staccarsi poi dal Partito per formare una nuova compagine. Subito dopo provocò la crisi del Governo Conte che aveva voluto!

Il secondo, Calenda, divenuto parlamentare europeo con la lista del PD a cui si era iscritto, non meno trasformista del primo, si è pure rivelato menzognero e subdolo. Se n’è andato dal PD, senza però dimettersi dagli incarichi; ha inventato un partito, ha firmato prima un’alleanza con Letta – PD per la campagna elettorale in corso e poi è finito in un’alleanza con Renzi. Curiosamente, insieme hanno inventato un nuovo modello di propaganda elettorale: si sono candidati per nominare Draghi Presidente del Consiglio! Vogliono un consenso in nome di Draghi, che resta muto.

E questo è un grande limite del Signor Draghi! Lo starsene zitto mentre si parla di Lui, senza esporsi. Gli ha fatto guadagnare la Presidenza del Consiglio prima, ma gli ha impedito poi di andare al Colle. Ieri sera (16-Ottobre), smentendo i due della bizzarra compagnia, Renzi-Calenda, Draghi finalmente ha parlato dicendosi assolutamente indisponibile ad un nuovo incarico…e i due devono ora ricurvarsi a propagandare se stessi!

Dentro questa caciara inscenata in fretta e furia sta emergendo un novello fenomeno: la Giorgia Meloni.
Dopo il fenomeno Berlusconi, (pateticamente presente per rispolverare vecchi, trentennali temi, sforzandosi di essere in forma nel comiziare in solitario, mentre si ricovera puntualmente quando viene convocato dal Tribunale.  Che statura di statista!)
Dopo il fenomeno Renzi, auto-svuotatosi per comportamenti arroganti politicamente miopi…dopo il fenomeno Salvini che da secessionista è divenuto autonomista espansivo accalappiando consensi nelle Regioni che ha sgradevolmente insultato – consensi dovuti a quel triste fenomeno dell’ascarismo…che nelle contraddizioni quotidiane si sta dissolvendo; dopo il recente fenomeno M5s del duo Grillo-Casaleggio, affiancati efficacemente da Travaglio, Gomez, Scanzi e Padellaro, rovinosamente auto-ridimensionatosi … avremo il fenomeno Giorgia?
E’ unica donna a capo di un partito e i sondaggi la indicano vittoriosa.
Anche Lei è artificiosamente pompata da grumi di interessi e da velleitarie nostalgie antidemocratiche. Ricordiamoci che non è una novizia.
I fenomeni si creano costruendo schemi che saltano le contraddizioni delle persone e ne esaltano coerenze che non sono. Come per la Giorgia.

E’ stata Ministra della Gioventù con Berlusconi Presidente. Poi se n’è allontanata con “schifo”. Oggi si ritrova a braccetto. Ha giurato sulla Costituzione antifascista, ma non ha mai festeggiato e riconosciuto la ricorrenza del 25 Aprile, Festa della Liberazione. Perché, come attesta la fiammella di richiamo fascista presente nel simbolo, come si esprime in maniera scomposta in tante occasioni, (vedi il comportamento di esaltata tenuto sul palco della manifestazione di Vox, gruppo di estrema destra spagnolo) mantiene stati d’animo e coltiva comportamenti che si richiamano al Fascio, sia sul piano dei diritti civili che su quello istituzionale. E’ regressiva.

Le viene attribuito un comportamento coerente perché è voluta restare all’opposizione durante la legislatura. Ma, per chi ha letto il suo libro, si scoprono le tante affermazioni contraddittorie e incoerenti sia in politica estera e sia in politica interna.
E poi, stando all’opposizione, tante volte abbiamo ascoltato le sue veemenze contro il Governo Draghi. Eppure oggi è alleata con Lega e con Forza Italia e il gruppo dei cosiddetti moderati che sono stati, fino alla sfiducia, convinti sostenitori del Governo Draghi. Cioè ha fatto l’opposizione a Coloro con Cui  ora è in “armoniosa alleanza”!

In più, proprio in questi giorni in Trentino ha confermato di voler rispettare gli accordi sull’Autonomia differenziata. Dimostrazione evidente di inadeguatezza totale nelle prospettive di scelta politica.
Come si fa a conciliare la sua richiesta di Presidenzialismo (che vuol dire poteri determinanti di Governo nelle mani di un Presidente) con l’Autonomia differenziata (che vuol dire attribuzione di Potestà legislativa – cioè potere di Governo alle Regioni richiedenti in 23 materie, tra cui Sanità, Scuola, Protezione civile, Sport ecc.)? Davvero non si comprende.
Intanto nel programma del Centrodestra ci sono tutte e due, Presidenzialismo e Autonomia differenziata. E’ un programma ingannevole se non si realizza. E’ un programma pericoloso se lo si mette in atto.
Che cosa accadrà al sistema scolastico italiano se la potestà legislativa sul sistema dell’Istruzione (indicazione degli indirizzi disciplinari finalità, quadri orari, riconoscimento dei titoli, reclutamento del personale, loro formazione e loro trattamenti economici…) viene attribuita al Veneto, alla Lombardia o alla Liguria?

Cosa accadrà quando ciascuna Regione potrà fare scelte, ognuna come ritiene? Uno sfascio. Non solo del sistema scolastico nelle norme. Ma della comunità scolastica italiana, che prima di tutto è oggi il cemento della cultura e della Storia patria, con radici nei Principi e nei Valori della Costituzione. E’ una comunità che però si deve svegliare in tempo.
Con le Autonomie, così come imposte si produce lo sfascio e la istituzionalizzazione delle diseguaglianze tra territori e tra strati sociali. Le diseguaglianze sono già manifestamente presenti. Esse verrebbero aggravate e diverrebbero cause di rischiose rotture sociali e dello stesso sistema democratico, non solo nella Scuola, ma anche nella Sanità, nei Trasporti e in altri ben 20 settori che stanno costituendo finora, pur con gravi differenze e carenze, la convivenza civile.
Per contrastare lo sfascio…pensiamoci in tempo, nel mentre ci rechiamo alle urne!