Vai al contenuto

LA VOCE DELLA CITTA’
Le notizie dell’ultime ore
a cura di Redazione di Lamezia 3.0
Attualità – 20/02/2023

CORSI E RICORSI: RITORNANO I FINANZIAMENTI AI PARTITI?

Presentato un disegno di legge che propone il ripristino del provvedimento

(E.V.) A quanto si legge, sembra che li senatore Andrea Giorgis (PD) abbia presentato in Commissione Affari Costituzionali del Senato, come primo firmatario, un disegno di legge che propone di aumentare il finanziamento pubblico ai Partiti.
Non è il caso che si ripercorra il burrascoso iter dei finanziamenti pubblici introdotti il 2/5/1974 proposto dall’on. Flamimio Piccoli ed approvato in solo sedici giorni.
Molti parlamentari, intervistati a tale proposito da più testate giornalistiche nazionali e senza batter ciglio, sostengono che bisogna ritornare al vecchio finanziamento pubblico. E questo, per evitare che le “donazioni” private, elargite da varie lobbies, non abbiano ad influenzare e condizionare i Partiti. Si abbia il coraggio, allora, di non essere schiavi dei condizionamenti, rinunciare ad aiuti critici ed andare avanti, a testa alta, con le proprie forze. Tutto ciò, principalmente, per rispetto nei confronti dei propri elettori, ignari di cotanto agire. E’ scandaloso, se non addirittura vergognoso, tenuto conto delle condizioni economiche dello Stato italiano e delle molteplici difficoltà che attanagliano centinaia di migliaia di famiglie italiane, pensare di riproporre un rinnovato e più sostanzioso finanziamento pubblico ai Partiti. È proprio vero che chi non vive un problema in prima persona non si rende realmente conto delle difficoltà che sta incontrando un’altra persona.

La stragrande maggioranza degli italiani, preso atto del cattivo, se non dissennato, impiego dei finanziamenti pubblici, ritiene che non è corretto ossigenare i Partiti con finanziamenti pubblici, nemmeno per un solo centesimo. Dovrebbero, i Partiti, sulla scorta di quanto nel tempo denunciato dagli organi di informazione, provvedere a qualsivoglia iniziativa attingendo a proprie risorse. È compito del tesoriere politico redigere, annualmente, un oculato ed attento piano di interventi mirati e, a tale riguardo, costituire uno specifico fondo cassa a cui attingere. Fondo cassa a cui dovrebbero concorrere, in quota parte, deputati, senatori e, in misura ridotta, anche gli iscritti a quel partito. Così operando, si penserebbe solo all’indispensabile e si eviterebbero spese superflue. Come avviene in ogni saggia famiglia.
Come può non infastidirsi chi cerca di sbarcare li lunario onestamente e con tante difficoltà, quando pensa ai lauti compensi dei propri rappresentanti?
Senza considerare le eventuali indennità di funzione, i senatori guadagnano ogni mese 14.639,89 euro e i deputati 13.971,35 euro. In più, a fine mandato, percepiscono una premialità pari all’80% dell’ assegno mensile lordo moltiplicato per il numero degli anni di mandato. Il tutto esentasse e senza poi enumerare altri innumerevoli privilegi.

Val la pena ricordare che la nostra Costituzione, al pari delle Costituzioni coeve, non disciplina il finanziamento ai partiti.