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La politica italiana non prevede turn over Sulle scene “girano sempre gli stessi”

minilogoPerché è sbagliata la scelta del Pd di Lamezia di individuare Italo Reale come il candidato unico alle prossime elezioni comunali ? Perché è figlia della storica cultura politica italiana, che ho cercato di illustrare l’altra sera presentando Tommaso Sonni al teatro Grandinetti. Si può sintetizzarla nel “girano sempre gli stessi”, cioè nel continuo scambio di posti e poltrone che “politici a vita” amano fare. Qui dobbiamo come al solito separare gli aspetti personali dalle analisi politiche. Come facevamo una volta, quando forse eravamo più saggi, ad un amico si era disposti a dare tutto, anche il sangue, ma il voto era considerato un bene indisponibile. La politica vissuta come mestiere e le riunioni politiche divenute di conseguenza incontro di affaristi, hanno estromesso noi cittadini dalla partecipazione.
Il Pd romano, scrive in una relazione Fabrizio Barca, è pericoloso e dannoso, lavora per gli eletti e non per i cittadini, subisce inane lo scontro correntizio e le scorribande dei capibastone. Roma come dappertutto. Oggi una riunione politica vede impegnati intorno ad un tavolo persone, ciascuna delle quali è lì per perseguire un proprio interesse particolare: chi vuol fare l’assessore, chi cerca una consulenza, un incarico, o un posto per il figlio, chi deve accelerare una pratica o ottenere un’ autorizzazione. Non è più contemplato che un cittadino partecipi gratis alla vita politica di una comunità esprimendo le sue idee, senza offendere  nessuno, e senza voler ottenere un vantaggio. Guardate a tanti personaggi politici lametini di cui i giornali riportano ogni giorno le dichiarazioni. Ognuno è in cerca di sistemazione, vuole cambiare lavoro se ce l’ha, o guadagnare di più, o spostarsi di poltrona. La politica come carriera e mestiere, in cui non si va mai in pensione, ci costringe ad osservare questi continui balletti del Pd di Lamezia dove persone come quelle che ho descritto a grandi linee, cercano di realizzare un obiettivo personale. Italo Reale è stato deputato, ha avuto un incarico regionale per l’emergenza rifiuti, e voleva contare di più durante le amministrazioni Speranza.
Non essendoci riuscito, ha attaccato sempre Speranza, pur essendo il suo partito  nella maggioranza di governo della città. Ecco, ad uno così, non lo rottama nessuno neppure Renzi. E forse è pure giusto. Ma tutti questi politici “Ercolini sempre in piedi” della prima repubblica si dovrebbero fermare da soli e capire che c’è un tempo per ogni cosa, e non si può continuare per tutta la vita ad ambire posti, incarichi, prebende. Tony Blair o Clinton hanno smesso di fare politica molti anni prima di Reale e con tutto il rispetto non gli erano inferiori. La politica italiana non prevede il rinnovamento, il ricircolo, ma soltanto la stagnazione: lo stesso lago in cui nuotano sempre gli stessi pesci mangiandosi a vicenda. D’altra parte, un Pd che nel terzo millennio si affida a Oliverio per la Regione e a Soriero per commissariare Lamezia, può solo esprimere, a Lamezia e altrove, volti e nomi della prima repubblica: personaggi in cerca di Autore. Barca li chiama “capibastone”. Ma noi non ci faremo bastonare.