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Lamezia Airport International Il trionfo dell’ antisistema

Settembre, il 2017 è all’ultime curve.  Accreditati trombettieri annunciano, urbi et orbi, che sia pure con  un decennio di imperdonabile ritardo la Calabria si è dotata di un sistema unico aeroportuale. E la scelta del governatore Oliverio, nel nominare l’ex prefettoDe Felice al vertice della costituenda,  unica società di gestione aeroportuale, si sta dimostrando azzeccata.La Sacal lametina gestirà gli aeroporti di Lamezia, Reggio Calabria e Crotone. Dietro la porta facoltosi investitori pronti a far piovere su Lamezia una pioggia di milioni ed un debutto da hub nazionale.
Senza scomodare Devoto o Gabrielli, per sistema solitamente si definisce l’unità, fisica e funzionale, che forma un tutt’uno per il raggiungimento di una finalità comune.

Si pensi per un attimo al  sistema cardio – circolatorio o a quello nervoso e, qualora non dovessero essere graditi i naturali processi di madre natura, si volga il pensiero  al Sistema Paese, dove imprese, istituzioni – politiche ed economiche, pubbliche e private, scientifiche e culturali – dovrebbero collaborare per la formazione ed il mantenimento di un sistema in grado di competere con altre realtà di questo mondo.
Se questa è la regola, laddove non ricorrano gli elementi su menzionati si scivola nell’antisistema, che non di maniera, può esser quello derivante dalla convinzione di menti particolarmente ”illuminate” che, pensando di attuare una rivoluzione copernicana provocano, invece,  guasti irreparabili.
Tal è il “sistema aeroportuale calabrese”, pardon – l’antisistema– trionfalmente, pomposamente salutato, da cortigiani violini di spalla, come la più avveduta “mossa” dello scacchiere politico regionale, rivelatasi, in meno di anno,  un “flop” di gigantesche proporzioni, assecondando così una disciplina sportiva molto diffusa sul territorio: lo scaricabarile, cioè il dare la colpa ad altri di errori di cui si ha la piena responsabilità.
Ma gli umani, si sa, sono mutevoli: disinvoltamente quegli stessi che ieri esultarono per la Sacal,  gestore unico di Lamezia, Reggio C. e Crotone, smarriti,  oggi si chiedono come mai il sistema si presenta sconnesso e fortemente condizionato da una realtà che vede il Pitagora di Crotone non operativo ed il Tito Minniti reggino,  privo di servizi volativi.
Mentre lo stesso Oliverio, non scevro di responsabilità,  prende le distanze: se la nuova aerostazione lametina non decolla è un problema della Sacal, non del nuovo organo unico di gestione.
E’ di qualche mese fa – esempio brillante di coordinamento – la notizia del volo Albastar che doveva atterrare a Crotone alle 7,15 del mattino, ma l’aeroporto era chiuso ed il Boeing 737, con 168 persone a bordo, ha girato per ben sette volte sui cieli della Calabria, aspettando che il Pitagora “aprisse i battenti”, operazione avvenuta alle 8,06, dopo che il comandante aveva già chiesto l’autorizzazione, negata, di atterraggio a Lamezia Terme.
Faccio parte di quella schiera di “gufi” tali perché , all’epoca, smorzando gli entusiasmi, invitavano  le menti illuminate dei numi tutelari a vagliare la materia Sacal con attenzione, sottolineando quanto danno aveva già provocato all’aeroporto lametino, la scellerata operazione  di Scopelliti  “Calabria Vola”, che ne segnò l’inizio del “cedimento strutturale” pur a fronte del costante incremento del numero di passeggeri. Scetticismo alimentato, poi, dalla presidenza Colosimo, altro fulgido esempio  di nomina politica- ma anche gossip nazionale – travolta dall’inchiesta Eumenidi.
In un siffatto contesto, anche  a fronte di due società di gestione fallite – Reggio C. e Crotone – prima tenute in vita per accanimento terapeutico, la “materia” aeroportuale calabrese avrebbe avuto bisogno di approfondimenti che, valutati in tutti i risvolti, avrebbero dovuto  generare  un piano industrialestudiato nei minimi dettagli, anche perché preoccupa la “volubilità” di Oliverio che, ieri parlava di un aeroporto da costruire nella sibaritide ed oggi legittimasuspicione – rilancia Lamezia Terme, unica, strategica, infrastruttura nazionale. Forse perché,  in vista della sua ricandidatura alla guida della regione Calabria, ha bisogno di attirare nella sua rete tanti pesciolini?
Ciò premesso, quella dell’altro ieri, nella sala Napolitano del Comune di Lamezia, dove il presidente Oliverio, circondato dalla sua Corte dei Miracoli,  si è esibito  annunciando il collegamento multimodale tra aeroporto – stazione di Lamezia Terme centrale – Germaneto – Catanzaro Lido, ha avuto il sapore più di campagna elettorale che di un articolato piano strutturale. Ha annunciato anche una pioggia di milioni per l’elettrificazione della linea ferrata Lamezia – Catanzaro mantenendo le attuali fermate di Lamezia Terme, Nicastro e Sambiase, ben consapevole che è un’opera che lascia il tempo che trova, che le stazioni sono state già diversamente utilizzate, ma serviva a distogliere l’attenzione dal fatto che   Lamezia, indesiderata ospite, nel collegamento multimodale, c’entra solo per la presenza dell’aeroporto nel suo territorio.
Ho l’impressione di aver già visto, nell’arco degli ultimi cinquant’anni, più volte questo film che ha un acre sapore elettorale.
Sarà senz’altro questo  il leitmotivdella prossima campagna elettorale,  però manca una chicca: il porto turistico di Lamezia Terme; ne parliamo la prossima volta? Ok,  il tempo c’è e, oltre tutto mettere tanta carne al fuoco confonde le idee.
Intanto l’avv. Basilio Perugini, figlio del fondatore di Lamezia Terme nonché  presidente del comitato del cinquantenario lametino, ha organizzato, nella sala Napolitano, giovedi 12 luglio un incontro a tema: l’aeroporto di Lamezia è ancora una risorsa per la città? Cosa impedisce la convergenza tra il rappresentante del Comune di Lamezia ed i due soci privati lametini che, insieme, rappresentano il 48,5% del capitale della Sacal spa?  Cosa impedisce il  confronto tra pubblico e privato ? E’ forse la politica a mettersi di traverso?  Ne parleremo!