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Lettera aperta al sindaco di Lamezia Dalle parole ai fatti dalla riscossa al default

man writing a contractSindaco Mascaro,

premetto a  scanso di equivoci che non appartengo a quell’ampia schiera che l’ha votato. E le confesso una verità: non per colore politico – anche se l’azzurro, nella tavola cromatica, non è tra i miei colori preferiti – bensì per certe (millantate?) sponsorizzazioni di qualche personaggio, a mio parere tronfio e borioso, quanto consapevole della sua  inutile presenza sul proscenio politico regionale e cittadino.
Durante la campagna elettorale, correttezza e rispetto mi hanno imposto sul mio foglio “Lamezia 3.0” –  pretenzioso sarebbe chiamarlo giornale –  un atteggiamento cauto e riflessivo sulle proposte politiche, invero deludenti, che emergevano dai programmi dei papabili sindaci.
Oggi che “les jeux sont faits”, mi sembra giunto il momento di ricordare che tutti conoscevano le precarie condizioni in cui versava l’Ente comunale e che, pertanto, proporsi alla sua guida comportava di fatto la volontà di “traghettare” la città verso porti apprezzabili socialmente ed economicamente, ispirando il cambiamento di rotta a tre principi guida: legalità, trasparenza e attenta amministrazione del buon pater familias.
Onestamente apprezzo ed ammiro il suo coraggio nell’aver accettato una sfida dagli esiti molto incerti, considerato che il parterre da cui è lei circondato non è certo “splendido e splendente”, come si è potuto constatare al momento dell’elezione del presidente del consiglio comunale e, in questi ultimi giorni, con le nomine dei rappresentanti dell’ente comunale in seno alle sue società partecipate.
Con molta franchezza, ricordando i suoi propositi preelettorali (uomini giusti al posto giusto, alto profilo, preparazione e professionalità), su quest’ultimo argomento avrei qualcosa da ridire relativamente a meriti e metodo, che mi sembra non si siano discostati da quella logica spartitoria che ha sempre caratterizzato la destra, come il centro, come la sinistra. Da un  “uomo di legge” par suo, che in ogni occasione ha manifestato il proposito di cambiare passo per dare nuova connotazione ad una città piegata e piagata dal privilegio, dalla raccomandazione, dalla legalità parolaia e dal malaffare, mi sarei aspettato qualcosa che non somigliasse alla restituzione di favori ricevuti sotto forma di apporti elettorali.
Mi sarei aspettato un segnale forte di cambiamento, che cancellasse quegli incidenti di percorso registrati prima e dopo la composizione delle liste elettorali che l’hanno portato ad una vittoria conseguita forse anche per ingenuità degli avversari.
Cosiderato poi che lei è stato tenuto a battesimo da quella parte politica che ha portato la Calabria allo sfascio; che ha accolto tra le sue file parte dei responsabili di quel naufragio; che, a seconda di ciò che farà, potrà vestire i panni di “unto del signore”, o quelli di “agnello” che la troika potrebbe sacrificare nel tentativo gattopardesco di tenere in vita il “sistema” …  mi sarei aspettato  –  anche per il suo passato di manager del calcio – un orgoglioso scatto di reni.
Al momento, invece, sono pervenuti e continuano a giungere solo flebili lamenti relativi alle  disastrate condizioni economiche del comune lametino, alle difficoltà gestionali, a ragionieristiche  considerazioni da studio commerciale.
Che le casse del comune fossero vuote, che la decennale amministrazione Speranza non ha brillato, l’aveva già anticipato la Corte dei Conti ed i lametini sanno che la possibilità di default, ieri come oggi, è appesa a un filo, ma sanno anche che in consiglio comunale era presente  quell’opposizione che, chissà perché e per come, è venuta meno al suo ruolo istituzionale! Forza degli inciuci, armonie di interessi diversi? Ai comuni mortali non è dato sapere, però stare in piedi due consiliature senza maggioranza è stato pur un bell’andare!
Sindaco Mascaro, i lametini l’hanno votato per il suo cipiglio e per le promesse fatte, che si concretizzano in poche parole, però pregne di significato: identità e riscossa della città, individuazione delle direttrici di sviluppo (quelle serie non quelle da catalogo), nuovo corso gestionale (efficienza, trasparenza, legalità, lavoro e sviluppo) e – cosa più importante – la restituzione della dignità di essere lametino.
Giovedì prossimo, in aula per il consiglio comunale, le auguriamo di vincere la sua battaglia. Ma se qualche componente povero di spirito della sua maggioranza non dovesse essere in sintonia d’onde con il momento delicato che sta vivendo la nostra città, non esiti a tirarsi indietro!
Non c’è più tempo per vivere all’insegna della  provvisorietà.

Auguri di buon lavoro.