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Turuzzo, il tuo valor ti perderà De Biase continua lo sciopero della fame da casa

De Biase - sciopero della fameConcetta dal verone guarda Turuzzo che, armato di ombrellone, tavolo e sediolina, alle prime ore del mattino si appresta a manifestare il suo sdegno per il depotenziamento in corso della struttura sanitaria lametina. Egli, tosto garibaldino, ha in mente di incatenarsi ai cancelli dell’ospedale e – Pannella docet – dare inizio ad uno sciopero della fame per far cambiare idea al commissario Scura sulle sorti del Giovanni XXIII.

Il quadro prepotentemente richiama alla mia mente la mitologica Andromaca che scongiura il suo Ettore di non affrontare Achille. Omero narra lo scempio che il Pelide fece di Ettore, lo strazio di Priamo suo padre e le immancabili calde, eterne lacrime della sua sposa.
Fossi Omero, metterei tutto in versi e riscriverei l’Iliade sostituendo le sue mitiche figure con quelle, non meno valide, dei nostri giorni. Ahimè non lo sono, le rime mi sono andate sempre di traverso per cui ho sempre preferito la prosa.

Comunque, letterato e politico, libro e moschetto, combattente e reduce registrato a suo tempo all’anagrafe di Sambiase, Salvatore De Biase, nostro benemerito personaggio, è destinato a passare alla storia vera di Lamezia. Non in soffitta, tra polverosi pupazzi e varie chincaglierie, bensì con collocazione del suo busto in piazza Fiorentino di Sambiase. Questo se lo augurano tutti, naturalmente, fra cent’anni.
In questo modo, insieme alla statua di zio Ciccio (Francesco Fiorentino), i nostri discendenti potranno onorare e virtualmente abbracciare quella di zio Turuzzo (Salvatore De Biase). Senza peraltro omettere, riguardo al suo ruolo storico, la consulenza dell’intellighentia lametina che, in materia, ha sempre dato prova di competenza e professionalità.
Può credere il contrario il Rosario Piccioni che, sotto stress mnemonico, dimenticando di essere stato sulla cresta delle onde nella scorsa consiliatura, oggi (e solo oggi) auspica, sulla linea da seguire, collaborazione tra maggioranza e minoranza.

Ma torniamo a noi. Dall’alto delle mura, in preda a mille paure, Andromaca gridava al suo uomo che andava ad affrontare Achille: “Ettorre il tuo valor ti perderà”.
Concetta, dall’alto del verone cerca di dissuadere il tosto garibaldino Turuzzo, ricordandogli  di non tralasciare l’assunzione delle pillolette mattutine.

Nella vicenda di cui è narrazione è accaduto che il buon Salvatore, sempre a cagione del suo amore viscerale per l’ospedale si è deciso – per protestare contro il depotenziamento della struttura – ad intraprendere lo sciopero della fame, montando all’ingresso del nosocomio tavolo, ombrellone e sedia in previsione della lunga seduta del digiuno.
Da quel che si apprende, il gesto ha suscitato interesse e curiosità da parte di pazienti, parenti e visitatori. Anzi ci riferiscono che a qualche medico, che non aveva ancora capito il gesto del politico e gli aveva chiesto se avesse installato un banco di vendita di prodotti ortofrutticoli, egli con fiero cipiglio, ha risposto piccato: “protesto per voi, a  tutela della salute dei cittadini”.
Il che lascia perplessi, in quanto, partito timbrando ticket dietro lo sportello dell’ex saub, egli ha fatto carriera velocissima e da tosto garibaldino, nella sua scalata al potere, si è guadagnato l’appellativo di Salvatore Trinità. Trinità costituita – come è sempre bene ricordare, tanto per far chiarezza nella confusione – dallo stesso Tury (violino di spalla), da Gerry Mancuso (direttore operativo) e da Frank Talarico (direttore d’orchestra).

Purtroppo, almeno allo stato, il nostro Turuzzo non potrà passare alla storia come Salvatore Sanità. Infatti, dopo solo cinque ore, il nostro eroe ha raccolto tavolino, ombrellone e sedia ed ha fatto ritorno a casa, ubbidendo al richiamo della sua Concetta, che telefonicamente lo esortava ad abbandonare il digiuno per le sue possibili conseguenze funeste.
Sicché, al momento, non è il caso di parlare di un suo busto a piazza Fiorentino.
Accontentiamoci  solo di quello di zio Ciccio. Basta ed avanza!