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LA CAPACITA’ DI RISCOSSIONE COMINCIA ALL’ANAGRAFE A Lamezia nel 2014 di Imu se n’è incassata appena la metà

Lamezia Terme - ComuneIn un Comune l’ufficio più importante di tutti è l’anagrafe. Quando abbiamo bisogno della carta d’identità dobbiamo recarci colà per richiedere il documento. Ora, siccome tutti abbiamo bisogno della carta, si presume che su di essa i dati siano veritieri. Ma non lo sono se non sono accertati. Dove risiedo? In via Tal dei Tali n. 45. Per prima cosa quindi un comune dovrebbe avere i dati dell’anagrafe aggiornati e controllati nel senso che a quella via e a quel numero civico qualcuno deve aver verificato che io ci abiti veramente e con chi. Poi ci sono i controlli da fare sulle imprese, individuali e collettive. Qui casca l’asino.
A Roma i senzatetto sono circa 30mila e il Comune, nel 2002, ha creato ex novo alcuni indirizzi “finti” per consentire alle persone senza fissa dimora di avere dei documenti di identità e poter usufruire dell’assistenza sanitaria. Succede così in tutte le città d’Italia. Poiché i clochard nella Capitale sono tantissimi, il Comune ha autorizzato anche una ventina di associazioni, tipo S. Egidio, per fungere da residenza. Un nobile intento che, però, è stato deviato per scopi disonesti. Di fatti, quegli stessi domicili sono diventati negli anni anche la sede di migliaia di imprese (srl e cooperative che vanno dalla ristorazione, alle attività immobiliari e finanziarie, costruzioni, commercio di ogni genere) che così hanno potuto comodamente evadere le tasse, poiché i vari amministratori delle società sono, di fatto, irreperibili.
Ne ha parlato Report di Milena Gabanelli  spiegando che negli ultimi 7 anni Equitalia ha inviato 43mila cartelle esattoriali a questi indirizzi fittizi a delle persone che non sono mai state rintracciate. Dovrebbero pagare tasse, contributi o multe per quasi 100 milioni di euro.
Il problema di Roma c’è in tutta Italia. Non capisco perché la regione, invece di spendere soldi con le Calabrie etiche, non organizzi annualmente la verifica di ogni stabile. Ci sono dieci appartamenti? Vediamo di aggiornare i residenti. In un appartamento ci sta l’Impresa X. Che fa? E’ uno studio commerciale, uno studio dentistico, una Srl, una SpA? In quell’appartamento (lo si vede spesso a Striscia la notizia) oltre una targa sulla porta non c’è nulla? Bene, si cancelli quella ditta dal registro delle Imprese, per il principio che ad ogni indirizzo debba corrispondere una reperibilità. Poi passiamo ai magazzini, ai negozi, agli stabilimenti, agli stabili. Ecco come l’anagrafe, attraverso i controlli effettivi, può diventare il mezzo per far pagare le tasse a tutti.
Ma se un comune, invece di pensare a quisquilie tipo le cd manifestazioni culturali, non pensa prima di tutto e innanzitutto a sapere con certezza chi sono e quanti sono e dove vivono i suoi cittadini residenti, e quindi a sapere ogni immobile da chi è occupato, come fa a migliorare la capacità di riscossione? Penso di non dire una enormità se dico che i buchi dell’anagrafe spiegano come dei 12 milioni Imu del 2014 ne sono stati incassati meno della metà, ossia 5.596.653.