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Terra dei fuochi e legge Lazzati Non è in discussione la qualità della vita ma il diritto a viverla. Ne parlano magistrati e rappresentanti delle istituzioni

1-LocandinaLa voce atona ed impersonale del navigatore satellitare avvisa di svoltare  a destra fra cinquanta metri. Si, sono arrivato proprio davanti alla Fondazione Fest, una struttura dedicata a congressi, organizzata secondo le regole per accogliere, penso, qualsivoglia manifestazione culturale, scientifica o ludica.
Ho la certezza di essere giunto a destinazione dal fatto che davanti all’ingresso, malgrado la calura oltre i 36 gradi, stazionano i  più alti  gradi della gerarchia militare dell’Arma.
Si, perché oggi a Santa Maria Capua Vetere, arriveranno Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, Marco Angelini, docente di diritto penale dell’economia all’università di Perugia, Romano De Grazia, presidente aggiunto della Corte di Cassazione nonché presidente del Centro Studi Lazzati, che da qualche mese è diventato centro studi nazionale, e Damiano Viteritti, suo coordinatore nazionale. Diserta Salvatore Guariniello, per improrogabili impegni sopraggiunti.
Sarà presente, poi, tutto il gotha della magistratura campana: il procurDamiano Viterittiatore generale presso la Corte d’Appello di Napoli, Riello; il presidente del Tribunale, Maria  Rosaria Cosentino; Maria Antonietta Troncone, procuratore della Repubblica del tribunale  di S. Maria Capua Vetere; nonché Alessandro Diana, presidente dell’ordine degli avvocati di SMCV, Antonino Raffone, coordinatore regionale Aiga (ass. giovani avvocati italiani) e tutti i responsabili dell’Aiga passando per  Avellino, Benevento, Napoli fino alla Lucania. Introduce e modera il dibattito Alfonso Quarto, vice presidente nazionale Aiga.

Ho esaurito così i convenevoli; no, mi sbaglio, la politica è presente con due consiglieri della Regione Campania: Giampiero Zinzi presidente della Commissione Speciale Terra dei Fuochi e Luigi Bosco della Commissione, Industria, Commercio e turismo. Compongono poi la platea, numerosa e attenta, molti operatori del diritto e qualche curioso, probabilmente desideroso di conoscere cosa succederà nella Terra dei Fuochi e quale destino gli ha riservato il buon Dio. Al termine del convegno si esibirà il maestro Vincenzo Romano cantore della tradizione e autore di canti contro la camorra.
Gli ingredienti per un buon confronto tra istituzioni e cittadini, tra legislatori ed operatori del diritto, tra chi  “pontifica” e chi porta la croce ci sono tutti. Ho l’impressione che ci sarà un caldo ed accorato confronto tra politica e legislazione, tra amministratori ed operatori di giustizia.

ParterreDà il via al meeting il dott. Riello. La sua è un’attenta analisi sulle precarie condizioni del territorio battezzato col nome Terra dei fuochi, che fu coniato, se mal non ricordo, da tal Giuseppe Ruggiero, dirigente campano di Legambiente, per indicare l’attuale, più grande discarica d’Europa a cielo aperto. Riello pone al centro del suo intervento gli ecoreati, sottolineando che non è messa in discussione la qualità della vita, bensì il diritto a viverla”. Ha poi parole di elogio ed apprezzamento per la tenacia del giudice De Grazia e per la battaglia che sta conducendo per la Legge Lazzati.
Ognuno, dal suo punto di vista e dal ruolo che ricopre nelle istituzioni, dice la sua: c’è chi lamenta che, nel legiferare, l’avvocatura viene sempre messa da parte; c’è chi, come Damiano Viteritti, mette il dito nella piaga aperta da una imprenditoria “sciacalla”, che per non pagare il giusto ed il dovuto si è rivolta, per lo smaltimento dei rifiuti, alla camorra e alla ‘ndrangheta, che non hanno esitato a far scempio del territorio; il tutto in assenza di una legislazione in merito, che, dopo trent’anni, viene “partorita” con tanti dubbi e poche certezze; c’è chi, come Giampiero Zinzi, presidente della commissione Terra dei fuochi della regione Campania, conscio della gravità e della precarietà della vita “nella terra dei fuochi e dei veleni”, ipotizza che la camorra stia già “attrezzandosi“ a spostare i suoi business dallo smaltimento dei rifiuti alla necessaria bonifica dei territori inquinati; c’è chi, come Luigi Bosco, consigliere regionale, responsabile della commissione industria, commercio e turismo, lamentando la  gran confusione fatta su territori e prodotti – flora e fauna – invoca una selezione puntuale che non penalizzi l’intera economia campana.
C’è poi chi sottolinea la lentezza (indifferenza, sottovalutazione degli accadimenti o incoscienza?) del  legislatore che, a fronte degli scempi sul territorio, delle morti misteriose, dei business della camorra, finalmente partorisce dopo un ventennio (!) la legge nr. 68 del 22 maggio 2015.
Sarà un caso, ma ciò vale anche per la legge Lazzati, che, approvata dal parlamento dopo diciotto anni, ma stravolta nei gangli essenziali, e ripresentata dai pentastellati nella sua stesura originale, vaga nelle torbide acque di mari insalubri.