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Ecoreati mafia ed elementi di contrasto Pregi e difetti di una legge approvata ieri dopo gli scempi perpetrati da sempre sul territorio

Marco AngeliniLa legge sugli ecoreati, introducendo nel Codice Penale nuovi reati e pesanti sanzioni, ha suscitato consensi, ma anche critiche da parte della dottrina. Ha illustrato questo aspetto il dott. Marco Angelini, docente di diritto penale dell’economia all’università di Perugia.

Il professore Angelini, dopo aver sottolineato che questa terra è balzata agli onori della cronaca non tanto per la sua bellezza, bensì per quella relazione, desecretata, del pentito Carmine Schiavone (nome d’arte “Spartacus”), discettando in punto di diritto, ha sostanzialmente detto che la legge è comunque un passo avanti, che la nuova normativa non costituisce un vero e proprio spartiacque tra l’impunità del passato e gli strumenti repressivi messi in atto, anche se vi sono novità importanti.
“Non esiste nella storia giuridica, a memoria d’uomo, una sola volta in cui introdotta una nuova fattispecie giuridica non si sia scatenato  l‘inferno”.
Poi,  rivolgendosi allo specializzato parterre, egli ha proseguito facendo una disamina tecnica, elencando positività e negatività, pregi e difetti, errori ed omissioni generati dalle nuove norme introdotte.
“Ma il problema non è la normativa, bensì il modo con la quale viene applicata. E’ lì che vi è una palese discriminazione”.
Questa benedetta legge, allora, rappresenta una vera rivoluzione? Possiamo stare tranquilli che gli eventi ad oggi verificatisi, non si ripeteranno più?
Assolutamente no, perché se così fosse  dovremmo pensare che la funzione generata dalla norma, cioè la sanzione, possa essere  strumento valido per cercare di prevenire in qualche modo l’azione. Ciò, però, riguarderebbe l’applicazione del nuovo articolato dall’approvazione della legge in poi, mentre per il passato questo complesso normativo non serve a molto, in quanto è cambiato il quadro di riferimento.
Angelini ha poi chiosato su critiche e plausi che sono stati sollevati dalla entrata in vigore della nuova dottrina: “Alcuni dicono che la norma  peggio di cosi non poteva essere scritta. La stessa cosa è accaduta  con la legge Lazzati: è evidente che ci siano errori; ciò malgrado non sono stati corretti. E’ altrettanto evidente che la Procura ha bisogno di articolati chiari ed ineccepibili, cosa che stanno  facendo, ma è altrettanto evidente che la magistratura  per evitare i disastri ambientali non potrà  mai intervenire con celerità  per via  dei tempi necessari per accertamenti, per trovare le prove, per arrivare a  condanna”.
A leggere  le dichiarazione del pentito Schiavone vengono i capelli dritti: camion di rifiuti tossici che hanno viaggiato disinvoltamente per tutta la penisola; navi cariche di rifiuti tossici affondate davanti alle coste calabresi; cose di gran visibilità che avvenivano nelle ore serali, certamente a conoscenza di tantissimi. Ci si chiede come sia potuto avvenire ciò. “Ecco, questo è impressionante. E’ impressionante che solo oggi venga fuori il “caporalato”, che vengano sciolti i consigli comunali dove sono infiltrate organizzazioni mafiose”.
“Oggi qua si è anche parlato di mancanza di risorse – ha aggiunto Angelini –  ma, scusate, mettiamo da parte la Cassa del Mezzogiorno di antica memoria, è impressionante il numero di miliardi di euro bruciati al sud ed a Napoli per i rifiuti! Pertanto, anche se per l’inquinamento ambientale andassimo ad inasprire le pene, nulla si risolverebbe se non si fa ricorso alla sinergia tra le istituzioni. E’ per questo che ho accennato alla legge Lazzati: essa è una delle sinergie per evitare l’infiltrazione di mafiosi o di loro rappresentanti nei consigli comunali.
Dicevo errori sulla legge: è stata approvata dopo vent’anni, dopo che giuristi del carico di Grevi, Stella e del presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Roperto, han sostenuto che andasse inserita nel nostro ordinamento perché andava a colmare una lacuna del nostro sistema giudiziario. Ci sono voluti vent’anni per approvare una norma che è di una logica stringente e, quando è stato fatto, la norma stessa è stata banalizzata. Dico questo perché è di mia diretta conoscenza. Il giorno della discussione della legge in commissione qualcuno ebbe la brillante idea di “personalizzare” la legge Lazzati con una bischerata: vietare al sorvegliato speciale di affiggere manifesti. Ebbene, immaginate voi Riina o Provenzano che vanno ad attaccare sui muri cittadini l’effige dei loro protetti? Allucinante, non possono farlo per il singolo candidato, ma per la lista si. Il presidente della commissione, allora, invitò i parlamentari a correggere gli errori, il che avrebbe comportato, dopo diciotto anni, la ridiscussione della legge alla Camera dei deputati. Prevalse il no: approviamola così, la ricorreggeremo nel 2011. Cosa mai avvenuta! Altro brillante esempio di alta giurisdizione è il 416 ter, che ha introdotto la prova di un patto segreto tra il clan mafioso ed il candidato. Come dire raccogliere acqua nel paniere.”
“Sicuramente la legge sugli ecoreati – conclude Angelini – poteva essere scritta meglio, ma è correggibile nel prosieguo. Non si può fare a meno, però,  di cercare le sinergie  sopra tutto  tra politica e  magistratura”.