Vai al contenuto

GUERRA IN UCRAINA: NOI, VOI, GLI ALTRI RAGIONIAMO ALL’INVERSO
Un milione di ucraini in fuga dalla morte. Nove giorni di bombardamenti ed il peggio deve ancora venire.

Prima parte

Giorno 1 marzo, al mattino presto, con una tazzina di caffè fumante. Paesaggi di un bianco irrorato dai primi raggi filtrati, con alberi e tetti avvolti da una leggera coltre di neve e colline pre-silane che hanno ripreso le vesti invernali, come candide collane.
Agli occhi, davvero un bel “vedere”! Nella mente, i bagliori delle bocche di fuoco e i vorticosi fumi neri degli incendi causati dai bombardamenti, davvero brutti “pensieri”!
Uno stato d’ animo di presagi sofferenti.
Alle orecchie arrivano le notizie che il nostro Governo, con consumata retorica informa che “non si volta dall’altra parte” e delibera di inviare anche armi.
I presagi da sofferenti si incupiscono. Allora mi ripasso mentalmente le due poesie di Quasimodo che già mi lasciarono intristito per giorni interi nella 4^ B del “De Nobili” di Catanzaro. Riappaiono i ricordi delle punizioni subite perché, da soldato, ho disubbidito al tenente istruttore che, smontata una rivoltella “beretta”, con i pezzi sparsi sul tavolo mi chiama a ricomporre l’arma. Non lo feci, perché sentivo di non dover imparare a sparare. Ma, mi sono sempre risuonate le sue grida:” Coglione sei punito”. Il gergo militare a quei tempi era volgare e minaccioso: “Andrai a rapporto con punizioni di tre giorni”
E, si. Perché nella logica resta la costante che ci potrà sempre essere un’aggressione, sul piano personale, così come sul piano di una intera società e anche sul piano continentale e mondiale. Ci sono state già due guerre mondiali. La terza potrà essere l’ultima con l’uso dei raffinati strumenti di morte. La quarta potrebbe solo essere combattuta ritornando alle pietre e alla clava! Come ammoniva, tra altri, un grande scienziato, Albert Einstein, che, interrogato su come si sarebbe combattuta un’eventuale terza guerra mondiale, rispondeva: non lo so, ma posso dirvi cosa useranno nella quarta. Useranno le pietre!  Inascoltato
Così come inascoltati mi ritornano in mente gli auspici di Lilliana Giai Baste’. La già Presidente dell’ANPI di Giaveno, nel mentre, da guida, mi ha accompagnato nella zona delle Prese di Franza sopra la Val Sangone, davanti al cippo a ricordo del partigiano caduto, Antonio Chiabai, eretto dai compagni della Brigata Frico.
“Purché non siano caduti invano, Lui e tutti gli altri partigiani…” Ogni volta si sono trovate “ragioni” per combatterle.
Sempre sono stati lesi i “Diritti internazionali”, con il massacro di popoli.
Dopo la prima guerra mondiale venne costituita la Società delle Nazioni, al fine di evitare lo scoppio di altre guerre. Inutilmente. Considerata inadeguata, alla fine della seconda venne costituito l’ONU. Fu costituito per riportare sui tavoli della diplomazia ogni controversia tra Stati. Per scongiurare altri scontri bellici.
Le guerre si sono succedute ancora in troppi luoghi della Terra.
I “Grandi“ hanno sempre aggirato le norme. Hanno violato più volte il Diritto internazionale. Hanno sempre svilito e svuotato le funzioni dell’ONU. Lo hanno anche sbeffeggiato: Ho presente il Segretario di Stato americano Colin Powell, che, per corrispondere alla scelte di George Bush deciso ad invadere l’Iraq, mostrò in sede di Consiglio di sicurezza dell’ONU prove (una boccetta con sostanze di distruzione di massa!) che non esistevano, false; ho presente Tony Blair, quando agli inglesi mostrava le cartine con il cerchietto rosso e la freccetta di dove erano state   trovate le “armi di distruzione di massa” di Saddam; tutto falso.
I “Grandi” sanno ingannare. Fabbricano grandi inganni e producono larghi consensi, sotto i quali soggiacciono popoli interi. Tanti di quelli che oggi si richiamano alla violazione dei Diritti internazionali sono responsabili delle violazioni avvenute in tanti anni.
Naturalmente non è che le violazioni del passato possono giustificare quelle odierne. No, le Aggressioni vanno condannate. Le Guerre vanno bandite. La Pace va coltivata e difesa sempre. Putin va condannato. Perché ha aggredito. Perché ha tirato il “pugno”. Allora bisogna scuotersi e ragionare all’inverso.
Invece di ragionare, a guerra ormai scoppiata, su Chi ha ragione e Chi ha torto, bisogna subito attivarsi per capire quali sono state le cause. Ridando all’ ONU strumenti efficaci   di interposizione e anche autorevolezza autonoma di stabilire concordati. L’ONU non può restare un Organismo da convocare a piacimento.
Le trasformazioni che danno preoccupazioni sul pianeta Terra, non sono solo quelle climatiche. Ci sono quelle più accelerate. Sono le conflittualità sul terreno per le egemonie informatiche, economiche politiche e militari. Ad esse sono sottesi gli interessi di accaparramento delle aree di influenza, dei territori dove sono presenti i giacimenti, non più tanto di carbone, di ferro o di gas, ma soprattutto di tutti quei minerali che sono alla base dei componenti delle nuove tecnologie, per l’informatizzazione, per la elettronica, per le scienze chimiche avanzate.
Gli imperialismi classici conosciuti sui testi di Storia sono dissolti.
Il discorso di Putin resta un vagheggiamento propagandistico.
Le aggregazioni tra Stati, Nazioni, Popoli, Territori, avvengono su basi nuove.
Bisogna cominciare a ragionare, non per Stati, non per Continenti, non per Alleanze, ma per il Pianeta. Un pensiero planetario che se anche può apparire utopico, crea comunque subito cultura di mondialità dei problemi per il rispetto di Tutti. In questa ottica Tutti gli Stati devono poter essere considerati neutrali.
Ragionare all’inverso vuol dire prevenire le cause delle guerre.
Nell’Ucraina è rimasto in sospeso per 8 anni un conflitto.
E’ stato volutamente accantonato lo scontro, che non era sotterraneo, tra le richieste dell’Ucraina di “autodeterminarsi”, intendendo con ciò una sua entrata nel sistema NATO e l’opposizione della Russia. La Russia dice di non volere possibili installazioni militari, missilistiche NATO ai suoi confini. Un po’ come vollero gli USA quando si stavano installando basi in Cuba. E in Ucraina vi devono essere siti nucleari che la Russia possedeva come ex URSS. Di cui nessuno parla.
(Continua)